Continua il lavoro senza sosta dei soccorritori che intervengono nelle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna: 15mila sfollati e 14 morti al momento. Nella corsa contro il tempo e l’acqua alta, in una giornata in cui la pioggia ha concesso una brevissima tregua nel pomeriggio, gli uomini del Soccorso Alpino hanno raggiunto i quartieri più isolati per portare in salvo non solo le persone, ma anche gli animali, con un amore e una cura commoventi anche per i pappagalli, per i gatti, per i cani stropicciati dalla pioggia e terrorizzati dal viaggio su un gommone che quasi sembrava un’Arca di Noe. Lo hanno fatto senza risparmiarsi, oggi, a Villanova dove il canale Magni ha di nuovo raggiunto il limite e i campi di frumento hanno preso le sembianze di enormi risaie. È nella strada provinciale 99, dove l’Adnkronos ha seguito le operazioni del Soccorso Alpino, che sono “approdati” i pappagallini di un allevatore riuscito a mettersi in salvo ma impossibilitato a portare anche loro con sé, il cane Maggy, la gatta Mimì “senza la quale – dice sicura l’anziana appena scesa dal gommone – non avrei mai lasciato casa”.

A spiegare all’Adnkronos l’enorme mole di lavoro dei tecnici del Soccorso Alpino è Sergio Ferrari, presidente regionale soccorso alpino Emilia Romagna: “Le operazioni sono iniziate mercoledì sera su richiesta del 118 della Romagna e della protezione civile regionale. Abbiamo interessato la struttura nazionale che si è interfacciata col dipartimento di protezione civile per far intervenire squadre specializzate in ambiente acquatico e alluvionale nei territori di Cesena, Forlì e Ravenna. Altre squadre sono intervenute nella zona di pianura, inviate dal dipartimento nazionale di protezione civile provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, dal Lazio, dall’Abruzzo, dall’Umbria, dal Veneto e dal Piemonte operando a vario titolo con equipaggi, materiali, automobili, canotti, gommoni per effettuare le evacuazioni delle persone”. “La situazione più difficile in assoluto in ambito urbano – racconta – è stata quella di Forlì, in cui l’acqua era più alta e le persone erano in difficoltà. E poi molto serie le situazioni a Cesena, in cui le squadre hanno operato accompagnate dai nostri medici specializzati in un ambiente alluvionale caratterizzato da forti correnti. Sicuramente questa emergenza non ha riguardato solo la pianura, ma l’intero Appennino romagnolo e bolognese. La situazione era critica in pianura e, forse anche peggiore, in ambito montano”.

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