di Michele Sanfilippo

Consiglio, con convinzione, a chi non l’avesse ancora fatto, la lettura di I Netanyahu, di Joshua Cohen, uno tra i più interessanti scrittori israeliani insieme con Eskhol Nevo. Si tratta di un libro molto ben scritto che alterna momenti estremamente divertenti ad altri altrettanto drammatici. Siamo sul terreno del romanzo ma la storia che racconta è ispirata a fatti realmente accaduti.

L’io narrante e quello di Ruben Blum, professore di Storia ed unico ebreo nell’università americana dove insegna, a cui viene chiesto dal rettore di fare da mediatore per l’incontro con Benzion Netanyahu, un insegnante di Storia ebraica proveniente da Israele. Il Netanyahu in questione, nella realtà, è un importante esponente del cosiddetto sionismo revisionista, fondato a Parigi da Vladimir Žabotinskij di orientamento sionista, nazionalista e anticomunista, e, soprattutto, padre di Bibi, l’attuale primo ministro israeliano.

Come dice il sottotitolo, il libro racconta “un episodio minore e in fin dei conti trascurabile” della storia di una famiglia illustre ma, tra i molti pregi, ha quello di raccontare con grande lucidità e capacità di analisi la società americana dei primi anni Sessanta e la condizione degli ebrei.

Ma, a mio avviso, il merito principale è quello di raccontare il milieu culturale in cui si forma il giovane Bibi.

Il padre, oltre ad essere un mostro di egocentrismo, professa idee che mettono Israele al centro di ogni evento storico e, seppure non prive di alcune analisi originali e degne nota, spesso sconfinano in un fanatismo non accettabile per uno storico. Se è vero che la mela non cade mai troppo lontano dall’albero, quest’ascendenza getta una luce molto interessante sull’attuale primo ministro israeliano.

Non che nella sua lunga avventura politica brillino particolari luci.
Da quando lui ed il suo partito governano le relazioni con i palestinesi sono costantemente in peggioramento. Ma è, soprattutto in questa sua ultima avventura che sta dando veramente uno spettacolo indecoroso, dato che quello che sta facendo adesso per sfuggire alla giustizia dimostra l’assoluto disprezzo per le istituzioni democratiche.

Innanzitutto, per poter tornare primo ministro ha stretto alleanze con la peggior destra israeliana (razzista e reazionaria). Poi ha tentato d’imporre in parlamento una legge liberticida per sottomettere il potere giudiziario a quello politico (il primo passo per demolire le istituzioni democratiche). Fallita a furor di popolo quest’iniziativa, per spostare l’attenzione su altro in attesa di tornare alla carica, ha iniziato una serie di attacchi, poco giustificabili e privi di scrupoli, contro i palestinesi, come testimoniano le recenti tensioni.

Insomma, I Netanyahu è un romanzo che appassiona e pur raccontando il passato ci aiuta a comprendere bene anche il presente.

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