di Leonardo Botta
Qualche numero: 300 millimetri di pioggia cumulata in poche ore, 16 bombe d’acqua, 250 frane, 35 comuni allagati; 14 (sic) vittime: ci risiamo, stavolta è toccato all’Emilia Romagna “vincere” la tragica lotteria dell’emergenza meteo. Solo un po’ meglio va in altre regioni come la Toscana, le Marche e la Sicilia.
È partito il solito, un po’ stucchevole carosello dei proclami: “manutenzione del territorio”, “messa in sicurezza”, “mitigazione del rischio”. Su quest’aspetto ho poco da dire: la situazione è complicata e un pur auspicato cambio di passo, che induca le istituzioni politico-amministrative a spremere come limoni le casse pubbliche per reperire (il Pnrr serve anche a questo) fondi per gli interventi, non farà certo miracoli, almeno non nel breve-medio termine. Troppo vulnerabile è la nostra martoriata penisola, e troppi i fattori di rischio che affliggono le nostre comunità (se non sono le frane o le alluvioni, è il terremoto, o gli incendi boschivi, o le eruzioni vulcaniche); soprattutto, troppi soldi servono per i lavori, senza contare che, di fronte a certe furiose manifestazioni di madre natura, non c’è sistema di protezione attiva o passiva che tenga.
Allora, subito, credo che si renda necessaria una massiccia campagna di informazione e formazione delle nostre popolazioni (adulte e soprattutto giovani) che fino a oggi si è vista prevalentemente solo sulle carte; che spieghi, ossessivamente, i comportamenti da osservare in caso di emergenza (salire ai piani alti, spostarsi verso zone più sicure, evitare corsi d’acqua e versanti montuosi). Tutti i comuni, o quasi, sono dotati del Piano di Protezione Civile, uno strumento fondamentale che contiene le istruzioni operative da porre in essere per fronteggiare le calamità; ma poco noto ai cittadini. Qualche settimana fa, durante le ore di Educazione Civica a scuola, ho mostrato uno di questi Piani ai miei studenti, invitandoli a cercare lo stesso tipo di documento sul sito web del loro comune di residenza, e a elaborare uno studio sull’argomento: una piccola goccia nel mare, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
A proposito, il prossimo fine settimana è previsto, in molte piazze italiane, il consueto appuntamento con la campagna di informazione sulla prevenzione e protezione “Io non rischio”; approfittiamone.
Ps. Intanto, un abbraccio alle popolazioni colpite e grazie di cuore agli straordinari operatori del soccorso e della protezione civile, una risorsa che non ci abbandona mai in questi funesti momenti.