di Maurizio Contigiani
Diecimila euro al metro quadro per acquistare e ventotto per affittare un appartamento a Milano centro (anche a Roma); biglietto Roma-Olbia a/r 800 euro per 35 minuti di volo; biglietto per il Colosseo 30 euro, 60 dai bagarini; Steve Hackett e Robert Plant, due cariatidi del Rock anni ’70, al Teatro Romano Ostia Antica, in platea, rispettivamente sessanta e ottanta euro; finale Internazionali d’Italia in piccionaia 261 euro, tribune Monte Mario e Tevere 660; cena da Cannavacciuolo 500 euro a persona.
Io continuo a non capire.
Questi prezzi sono regolati da leggi di mercato che nessuno si sognerebbe mai di applicare se non ci fosse nessuno ad acquistare. Evidentemente esiste un numero impressionante di persone disposte a spendere tali cifre, dal momento che le offerte di cui sopra sono tutte sold out.
Continuo a non capire, ma posso immaginare che nel nostro paese le cose non stiano proprio come ci vorrebbero far credere. Nel nostro Paese esiste una forbice inquietante che abbraccia diverse categorie intercambiabili fra loro, vecchi che hanno goduto economicamente quando si stava peggio ma in realtà si stava meglio e continuano a far stare bene (molto bene) i propri figli, giovani che si schiantano a 300 km/h sul Grande Raccordo Anulare con auto che costano come dieci anni di stipendio di un rider, muratori, elettricisti, idraulici non più rumeni e polacchi in nero, sostituiti da soggetti italiani che, con la scusa di essere in regola, ti chiedono ottanta euro l’ora, rigorosamente in contanti e senza fattura – esattamente come fanno gli avvocati quando debbono soltanto sollevare un dito per “aiutarti”. Ristoratori che, a fine pasto, ti consegnano qualcosa che non vale niente e con quella dovresti andare alla cassa per ritirare la ricevuta fiscale; parrucchieri, istituti estetici, gestori di palestre, campi da padel e da calcetto non sanno proprio cosa sia la ricevuta fiscale.
Alziamo il tiro: le truffe a suon di centinaia di milioni al Superbonus, quelle al reddito di cittadinanza ottenuto da possessori di aziende, auto, immobili, magari con precedenti penali. Politici locali con i soldi nella cuccia del cane, politici europei (anch’essi quasi tutti italiani) con valigie piene di contanti nei loro lussuosi salotti di Bruxelles, politici morti ma non il loro vitalizio, che mantiene in vita e a vita tutta una serie di parenti.
Forse potrei continuare all’infinito ma non ce n’è bisogno e mentre scrivo ho iniziato a capire. Ho capito pure il motivo per cui questo governo si affanna tanto a nascondere, depenalizzare e a rendere impossibile qualsiasi applicazione della giustizia. In questo Paese, è impossibile guadagnare e investire senza ricorrere al malaffare: allora chi è chi ci rimette? Ci rimettono coloro ai quali rimane una coscienza, coloro che sono incapaci o non hanno semplicemente il coraggio di delinquere, perché delinquere non è solo prendere per il collo un lavoratore a quattro euro l’ora, ma anche non produrre uno scontrino. Ci rimettono i poveri in canna che perderanno il reddito di cittadinanza e che non hanno “il coraggio di spacciare per mangiare”, un reddito appena ottenuto e subito negato per essere girato agli evasori e ai ladri, i veri e soli ricchi di oggi, gli unici in grado di far girare la nostra infame economia.