“I bambini, nonostante quello che viene detto nei discorsi pubblici, continuano a non essere una priorità nel nostro Paese. Colpisce che proprio questo governo, che parla di natalità a ogni piè sospinto, poi si disinteressi dei nati”. Chiara Saraceno, sociologa e presidente della Rete Italiana di Cultura Popolare, commenta così le mosse del governo Meloni sul welfare per i neo-genitori e i diritti dei bambini. In particolare nelle ultime settimane su questo tema si è registrato uno stallo, con le dimissioni della coordinatrice nazionale per l’Italia della Garanzia Infanzia, il programma europeo nato per assicurare pari opportunità e diritti ai minorenni a rischio povertà o esclusione sociale. Anna Maria Serafini, l’esperta nominata dal governo Draghi, ha motivato la decisione con “un’inazione da parte del governo”, che non ha mai risposto alle lettere con cui sollecitava i ministeri competenti a dare corso alle misure indicate nel programma, frutto della collaborazione tra istituzioni europee, enti locali e terzo settore. “Così si rischia di perdere fondi e di conseguenza opportunità per i bambini, soprattutto quelli che vivono in contesti di povertà socio-economica”, è l’allarme condiviso da Saraceno. Le soluzioni proposte finora sarebbero poco più di un palliativo. “Non basta pensare di aumentare un po’ l’assegno unico o la detassazione, ma bisogna creare condizioni di crescita che incoraggino i genitori, affinché sappiano che troveranno sostegno non solo economico, ma anche educativo”, spiega la sociologa che in questi giorni è stata impegnata a Torino, dove ha preso parte a una residenza culturale attorno al tema della diversità in una delle “portinerie di comunità” create dalla Rete che presiede.
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