L’Iran rischia quest’anno di peggiorare il drammatico record di almeno 576 esecuzioni capitali nel 2022. Mentre state leggendo questo post, le impiccagioni nel 2023 sono state oltre 260. Molti dei prigionieri messi a morte appartenevano alla minoranza emarginata dei baluci.

Nel progressivo disinteresse delle cancellerie occidentali e dei mezzi d’informazione, oltre che per reati di droga e per omicidio la magistratura iraniana sta accelerando anche le esecuzioni degli oppositori politici: gli ultimi tre prigionieri impiccati erano “colpevoli” solo di aver preso parte alle proteste contro il governo.

All’inizio dell’anno erano state impiccate altre due persone che avevano preso parte alle manifestazioni iniziate lo scorso settembre dopo la morte di Mahsa Jina Amini. Il 6 maggio è stato impiccato il cittadino svedese-iraniano Habib Chaab. Era stato rapito da agenti dell’intelligence di Teheran nel 2020 durante una sua visita in Turchia. Era stato accusato di terrorismo e condannato a morte dopo essere stato torturato e costretto a confessare i suoi presunti crimini. Questa esecuzione ha accresciuto le preoccupazioni per le sorti di un altro cittadino iraniano con passaporto svedese, Ahmadreza Djalali, condannato a morte ormai sette anni fa e giunto più volte a un passo dall’esecuzione.

L’8 maggio 2023 sono stati impiccati Youssef Mehrad e Sadrollah Fazelizare per i “reati” di apostasia, promozione dell’ateismo, offesa al profeta dell’Islam e offesa alle figure sacre dell’Islam, solo per aver espressione le loro opinioni sui social media. Nei giorni scorsi sono state confermate le condanne a morte di altri prigionieri politici che sono dunque a rischio imminente di esecuzione: Ali Mojadam, Moein Khanfari, Mohammad Reza Moghadam, Salem Mousavi, Adnan Ghobeishavi, Habib Deris (appartenenti a un’altra minoranza oppressa, quella araba), Adnan Mousavi, Mojahed Koor Koor e Salem Alboshokeh.

Il 24 maggio, a Roma, il collettivo romano “Donna Vita Libertà” ha indetto una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata della Repubblica Islamica. L’appuntamento è alle 17 in via Nomentana 361.

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