Una nuova stangata, ma con un terzo di sconto: la Juventus è stata penalizzata di 10 punti in classifica. Questa la decisione della Corte d’Appello federale nel processo plusvalenze bis. Un punto in meno rispetto alla richiesta della Procura Figc, 5 in meno rispetto alla precedente sanzione, che però era stata momentaneamente cancellata dal Collegio di garanzia del Coni che aveva chiesto un nuovo processo d’appello. Per effetto della penalità, i bianconeri sprofondano dal secondo al settimo posto in Serie A, a quota 59 punti. La squadra di Allegri è al momento fuori dalla zona Champions League e la fragorosa sconfitta contro l’Empoli (4 a 1), nel match cominciato proprio mezz’ora dopo la notizia della sentenza, rende quasi impossibile la rincorsa al quarto posto: domenica prossima, 28 maggio, c’è il big match contro il Milan. A ciò bisogna poi aggiungere che la Juventus ha appena ricevuto il deferimento per l’altro filone, quello legato alle manovre stipendi e alle sospette partnership con altri club. E all’orizzonte c’è un’altra penalizzazione. L’udienza davanti al tribunale federale nazionale della Figc è stata fissata al 15 giugno, a campionato concluso.
Chiamata dal Collegio di Garanzia del Coni a rinnovare la sua valutazione sulla sanzione da irrogare a carico della Juventus per il cosiddetto caso plusvalenze, la Corte d’Appello federale ha quindi deciso di sanzionare il club bianconero con dieci punti di penalizzazione da scontare nella corrente stagione sportiva. La Corte ha altresì prosciolto l’ex vicepresidente Pavel Nedved e i consiglieri Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano. Questo è il passaggio chiave per capire perché dal -15 si è passati al -10: la Collegio di garanzia del Coni aveva infatti spiegato che la precedente sentenza della Corte d’Appello, riguardo proprio alla condanna di Nedved e degli altri consiglieri, si limitava a “una generica, ma indimostrata, consapevolezza diffusa”, non spiegando in che modo questi amministratori avessero rivestito un ruolo nell’architettare il “sistema” di plusvalenze fittizie e acrobazie contabili.
La loro posizione quindi andava alleggerita – la procura in questo nuovo giudizio aveva richiesto per tutti 8 mesi di inibizione – e alla fine si è arrivati addirittura al proscioglimento. A partire da questa considerazione le pena della Juventus andava ed è stata effettivamente ricalibrata. Parlando di “dosimetria sanzionatoria”, in sostanza, bisognava scorporare dal -15 il “peso specifico” per la Juve delle responsabilità di questi dirigenti minori. Nel giudizio del collegio del Coni si era invece già cristallizzata la colpevolezza dei principali ex dirigenti, ad iniziare dal presidente Andrea Agnelli e dell’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, ritenuti colpevoli come Fabio Paratici e Federico Cherubini. Ed è per questo che la stangata è arrivata comunque, anche se in versione ridotta rispetto alla precedente.
Così dal -15 si è passati al -10, che però rischia di non bastare in termini di “afflittività“. Il codice di giustizia sportiva prevede infatti che la penalizzazione in classifica debba essere appunto afflittiva, quindi avere un effetto pratico: nel caso della Juve, escluderla dalla Champions. Per essere certi di tenerla lontana dai primi quattro posti, i giudici avrebbero però dovuto sanzionare la società con altri 15 punti. Un paradosso. Alla fine invece, seguendo la traccia lasciata dal Collegio di garanzia del Coni, la sanzione è stata rimodulata. Probabilmente contando anche sul fatto che, se i bianconeri dovessero riuscire nella rimonta e chiudere il campionato al quarto posto, arriverebbe poi la sentenza sul filone stipendi a rispedirla fuori dall’Europa. In questo caso, però, cruciali saranno le tempistiche: per avere effetto su questa Serie A e non sulla prossima, il giudizio sportivo va chiuso entro il 30 giugno, data di chiusura della stagione 2022/23.