Lo aveva già affermato lo scorso 23 novembre in una iniziativa editoriale di Libero: l’educazione al lavoro deve essere appresa già dalle scuole elementari, “abituare il ragazzo alla responsabilità e alla bellezza del lavoro, coniugare formazione con lavoro è un obiettivo, una strategia che ispirerà il mio ministero”.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ribadisce il suo pensiero anche nella quinta puntata della rubrica “Il ministro risponde”, dove enuncia la sua visione politica e pedagogica della scuola rispondendo alle domande della giornalista Maria Latella.
Parlando dell’evento didattico di Confindustria, “StaDi Generali dell’Orientamento”, tenutosi il 17 maggio a Frosinone, Valditara celebra “il carattere strategico del rapporto fra scuola e impresa”: “Quando mi confronto all’estero col ministro giapponese o con quello americano o con quello francese la centralità di questo collegamento è forte. A Toyama, in Giappone, ho detto: ‘Mettiamo al centro la cultura del lavoro, a partire dalle scuole elementari. Mettiamo al centro l’idea importante del lavoro. Sta nella nostra Costituzione, tra l’altro“.
Il ministro aggiunge: “Trovo istanze condivise quando parlo coi miei colleghi all’estero sull’alternanza scuola-lavoro, sul fatto che docenti che vengono dal mondo dell’impresa possano lavorare su specializzazioni che non esistono magari nelle scuole italiane con contratti a tempo determinato, il fatto di ridare importanza alla filiera dell’istituto tecnico professionale”.
Poi torna sull’evento di Confindustria, menzionando ancora una volta le scuole elementari: “C’erano 4mila ragazzi e ho sentito alcuni interventi. Mi è piaciuta l’idea della scuola come momento di ricerca, di innovazione, di creatività, di collaborazione, di cooperazione tra ragazzi che si sentono parte di una comunità. Questa idea avvicina molto i ragazzi al mondo dell’impresa e della creazione di prodotti – conclude – C’erano ragazzi giovanissimi, anche della scuola elementare, che hanno presentato loro scoperte che avevano dietro una creatività incredibile. Mi ha molto colpito perché vuol dire che concepiscono la scuola non solo come momento di apprendimento ma proprio come momento creativo”.