Il testamento spirituale e il regalo d’addio di David Bowie al mondo, arriva in Italia. L’opera rock “Lazarus” di David Bowie e Enda Walsh andrà in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano, dal 23 al 28 maggio. Protagonista nel ruolo di Newton, che fu l’ultimo interpretato da David Bowie nel 2015 prima della scomparsa, sarà Manuel Agnelli. L’artista sarà affiancato da 11 interpreti, dalla cantautrice e polistrumentista vincitrice della 14esima edizione di “X Factor” Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti. Ert/Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale, la regia è del direttore di Ert Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh.
“Nel ruolo mi ci riconosco, me lo sento cucito addosso – ha detto Agnelli alla presentazione alla stampa milanese -. Lazarus non è un’opera celebrativa di Bowie, non è una cover band, non è un’imitazione, non è un’opera alla Broadway perché nessuno può cantare Bowie, solo lui può farlo. L’equivoco più grande è pensare che ci sia Bowie sul palco. Questa cosa non è stata scritta perché la recitasse lui ma perché la recitasse un attore. Insomma come Brecht, o Pirandello, o Mozart, stiamo eseguendo un’opera che è stata scritta per essere recitata”. Bowie e Walsh in “Lazarus” raccontano di un alieno ancora prigioniero sulla Terra, isolato e chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. In scaletta 18 brani, quattro inediti.
Manuel Agnelli a margine della presentazione ha anche commentato la sua sul fatto che Springsteen non abbia nemmeno rivolto un pensiero agli alluvionati dell’Emilia Romagna, in occasione del suo chiacchieratissimo concerto a Ferrara: “Qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata strumentalizzata però non mi è piaciuto per niente che il Boss non abbia donato l’incasso del concerto e mi ha stupito. Poi ha aggiunto sull’inevitabile scelta di confermare il live: “Ci dimentichiamo troppo spesso che organizzare un concerto del genere è lavoro, sono coinvolte centinaia di persone. È un’occasione economica per il territorio e anche un’occasione, perché no, di distrazione, lo dico con tutta la leggerezza che ci vuole, per cui anche in una situazione tragica una cosa così può aiutare”.