Uccise il marito con 14 coltellate dopo una lite il 12 giugno del 2021. È stata condannata all’ergastolo per omicidio volontario Lucia Finetti, 51enne, che tolse la vita a Roberto Iannello di 55 anni. La sentenza è stata emessa dalla corte d’Assise di Milano (presidente Ilio Mannucci Pacini), che nel processo aveva anche disposto una perizia psichiatrica con la quale l’imputata è stata dichiarata capace di intendere e volere al momento dei fatti. I giudici hanno escluso l’aggravante della premeditazione, contestata dall’accusa, ed è rimasta quella del vincolo coniugale. E hanno anche assolto la donna dal reato di porto abusivo del coltello. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo.
“Non ricordo nulla, ero sotto choc. Non ho fatto nulla, ma se l’ho fatto è stato per legittima difesa, perché lui era furioso per questioni di soldi”, aveva provato a difendersi la donna, una casalinga che dava anche lezioni online di cartomanzia, durante l’interrogatorio davanti al gip dopo l’arresto nelle indagini dei carabinieri e del pm Francesca Gentilini. La difesa aveva puntato, anche già in udienza preliminare davanti al gup Fabrizio Filice, a far cadere l’aggravante della premeditazione e soprattutto sulla riqualificazione del fatto in eccesso colposo in legittima difesa. Finetti aveva messo a verbale di aver incontrato quel giorno il marito, da cui si stava separando, per “l’ultima lezione di guida”. Lei, anche se aveva preso la patente, non guidava più da tempo e lui la stava aiutando a riacquistare dimestichezza con la macchina.
Secondo la Procura, la donna avrebbe ucciso il marito per motivi economici, ma anche perché era gelosa di lui. I giudici hanno anche condannato la donna alla misura di sicurezza, a pena espiata, della libertà vigilata per 3 anni. Ai familiari della vittima, presenti in aula, la Corte ha riconosciuto provvisionali di risarcimento per 100mila euro. “Lui non aveva sentimenti di vendetta nei confronti della moglie – ha spiegato anche oggi la pm Gentilini nelle repliche – lui voleva chiudere la relazione, invece lei aveva perso tutto e la sua rabbia inespressa l’ha portata all’omicidio”. La difesa, dal canto suo, ha invocato anche nell’ultimo intervento di oggi la legittima difesa: “Noi abbiamo sostenuto che Iannello fosse proteso verso il lato passeggero quando è stato ucciso e basta il pericolo perché si configuri la legittima difesa. L’accusa non deve essere solo logica ma anche provata e la difesa deve insinuare il dubbio”. E ancora: “Non abbiamo alcun elemento che ci dica che quel coltello veniva dalla cucina di Finetti ed è anche possibile che l’avesse comprato lui”. Le motivazioni del verdetto saranno depositate tra 90 giorni.