Potrebbe sembrare la scoperta dell’acqua calda ma nel panorama italiano risuona come una rivelazione epocale. Le aziende che offrono salari più alti fanno molta meno fatica a trovare i lavoratori di cui hanno bisogno A metterlo nero su bianco, con qualche cifra, è uno studio del centro di ricerca della confederazione europea dei sindacati (Etuc), l’istituto European Trade Union. Emerge che le attività che fanno più fatica a trovare manodopera offrono salari in medi più bassi del 9% rispetto a quelle che non hanno particolari problemi di organico. Lo studio prende in esame lavoratori assunti di 13 paesi. Vediamo il caso dell’Italia. Nei settori dove la carenza di lavoratori è più elevata la paga oraria è di 14,3 euro l’ora, in quelli in cui gli organici sono più o meno al completo sale a 18,4 euro. Nel primo caso negli ultimi tre anni il numero di posizione vacanti è aumentato di quasi l’1%, ne secondo è rimasto pressoché invariato. L’Italia è anche il paese dove è più marcata la differenza tra i due estremi (4,1 euro all’ora), seguita dalla Germania (dove si va da 19,9 a 16,6 euro con un differenziale di 3,36) e Olanda (2,49 euro). A livello europeo i settori che mostrano più frequentemente un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro sono “energia e gas, professioni scientifiche e tecniche, pubblica amministrazione, ristorazione ed alberghi. Le situazioni meno problematiche interessano la manifattura, le costruzioni e l’industria mineraria.

“Una retribuzione dignitosa fa bene ai lavoratori, fa bene ai datori di lavoro e fa bene all’Europa. Con l’inflazione, le basse retribuzioni stanno causando la perdita di potere d’acquisto , mentre la carenza di manodopera sta danneggiando i risultati economici e i servizi pubblici. Dallo studio emerge chiaramente come le basse retribuzioni siano uno dei principali fattori che causano una difficoltà a completare gli organici”, commenta Esther Lynch, segretaria generale della confederazione europea dei sindacati. All’inizio del suo mandato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden liquidò con tre parole “Pay them more” (pagateli di più, ndr) le aziende che si lamentavano di non riuscire a trovare personale. Non una cosa impossibile peraltro se è vero che negli Usa come in Europa i profitti aziendali stanno salendo molto, i prezzi più dei costi che le imprese sopportano, diventando così un motore di inflazione e di impoverimento dei salari. Ma in Italia piace molto la retorica del bamboccione che non si scomoda neppure di fronte strabilianti retribuzioni proposte a camerieri, operai etc.. Insomma, a dispetto dell’Ocse che segnala come l’Italia sia l’unico paese in cui i salari sono fermi da 30 anni, potremmo essere tutti dei nababbi ma non ce ne rendiamo conto.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Sindacati convocati a palazzo Chigi il 30 maggio. Inflazione e produttività tra i temi in discussione

next
Articolo Successivo

Il tempo determinato per il decreto Lavoro: un’ipocrita condivisione di responsabilità

next