Aggressioni al personale, saccheggi e occupazioni armate delle sue strutture mediche o di quelle supportate in Sudan, dove da un mese è scoppiata la guerra civile. Lo staff e i pazienti dell’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere subiscono ripetutamente l’azione violenta dei gruppi armati che sottraggono ormai quotidianamente medicinali, forniture mediche e veicoli. Il disprezzo dei principi umanitari e del diritto internazionale umanitario ostacola la capacità di MSF di fornire assistenza sanitaria alla popolazione, in un momento in cui c’è un disperato bisogno di aiuto.

In un magazzino a Khartoum i frigoriferi sono stati staccati e i farmaci sono stati gettati via. L’intera catena del freddo è andata in tilt: i medicinali non sono più utilizzabili per curare i pazienti. Siamo scossi e sconvolti da questi attacchi deplorevoli. Le persone sono in condizioni disperate, queste azioni violente rendono davvero difficile il lavoro degli operatori sanitari. Tutto questo è semplicemente assurdo” afferma Francesca Arcidiacono, capomissione di MSF in Sudan, che parla di “una violazione sistematica dei principi umanitari”.

MSF, presente in dieci stati del Sudan, sta cercando di incrementare le sue attività da quando sono scoppiati gli intensi combattimenti tra l’esercito sudanese e le Forze di Supporto Rapido, ma incursioni, saccheggi e occupazioni armate delle sue strutture, che si sommano alle sfide amministrative e logistiche, rappresentano un ostacolo enorme all’attività dell’organizzazione. Sin dall’inizio del conflitto sono stati decine gli incidenti che hanno colpito le strutture, tra furti di gasolio, veicoli, farmaci, saccheggi e distruzioni: l’OMS al 22 maggio ha registrato ben 138 attacchi a strutture sanitarie.

Quello che MSF chiede a tutte le parti in conflitto è di garantire la sicurezza del personale medico e delle strutture sanitarie, consentendo il passaggio sicuro delle ambulanze e di chi cerca assistenza, e facilitando l’accesso e la circolazione degli operatori delle organizzazioni umanitarie e delle forniture mediche, in un momento in cui il conflitto sta avendo un impatto terribile sulla popolazione, soprattutto per chi risiede a Khartoum, nel Darfur o in altre zone in cui i combattimenti sono particolarmente intensi. In queste aree ci sono persone con ferite da arma da fuoco, vittime di violenze sessuali, accoltellamenti ed esplosioni. Nonostante il 20 maggio sia stato annunciato un cessate il fuoco tra le parti in conflitto, questo tipo di intese, anche in precedenza, non sono state mai osservate: in questo contesto l’accesso agli aiuti umanitari e all’assistenza medica è fondamentale, ed è fondamentale che MSF possa continuare la sua attività.

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