Il Covid non ce lo siamo lasciato alle spalle, anche se è stata dichiarata la fine dell’emergenza sanitaria. “Rimane la minaccia di un’altra variante emergente in grado di causare nuove ondate di malattia e morte”, ma anche la “minaccia di un altro agente patogeno emergente con un potenziale ancora più mortale” dice il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus. Per questo uno degli appelli lanciati dall’Organizzazione mondiale è quello di collaborare: “Esorto tutti gli Stati membri a impegnarsi in modo costruttivo e urgente nei negoziati sull’Accordo per le pandemie e sul regolamento sanitario internazionale, in modo che il mondo non debba mai più affrontare la devastazione di una pandemia come Covid”. “La fine del Covid 19 come emergenza sanitaria globale non è la fine del Covid 19 come minaccia per la salute globale… Quando la prossima pandemia busserà, e lo farà, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo”, ha aggiunto.

Quanto possa essere spaventosa la prospettiva di una nuova pandemia viene dai elaborati proprio dall’Oms. Durante il periodo 2020-2021, il Covid-19 ha provocato 336,8 milioni di anni di vita persi a livello globale, provocando la morte prematura di milioni di persone che hanno contratto il virus. “Ciò equivale a una media di 22 anni di vita persi per ogni morte in eccesso”, spiega l’Oms in un comunicato. “La pandemia di Covid-19 è un importante promemoria del fatto che il progresso non è né lineare né garantito – ammonisce Samira Asma, vicedirettore generale dell’Oms per i dati e l’analisi – Per restare sulla buona strada verso l’agenda Sdg 2030 (Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals), dobbiamo agire in modo deciso e collettivo al fine di avere un impatto misurabile in tutti i paesi“. Il rapporto sulle statistiche riguardo la salute mondiale con i dati fino al 2022, osserva che dal 2000 sono stati osservati miglioramenti significativi nella salute materna e infantile ed anche l’incidenza di malattie infettive come l’Hiv, la tubercolosi e la malaria è diminuita, insieme ad un ridotto rischio di morte prematura per malattie non trasmissibili e lesioni. Insieme, questi hanno contribuito ad un aumento dell’aspettativa di vita globale da 67 anni nel 2000 a 73 anni nel 2019, afferma il rapporto. Ma la pandemia Covid ha contribuito ad indebolire molti indicatori relativi alla salute. Lo studio sottolinea tra l’altro una stagnazione dei progressi sanitari di indicatori sanitari chiave rispetto alle tendenze osservate nel periodo 2000-2015 nonché la crescente minaccia delle malattie non trasmissibili e del cambiamento climatico.

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