Il sito di Trenitalia cambia minuto dopo minuto. Uno dei numeri del call center, indicato anche per ricevere informazioni, lo 06.3000 non squilla neppure: è sempre occupato. La chat? Se si riesce a prendere la linea con un operatore, rispondono che, a causa delle condizioni incerte, a parte quelli già soppressi o instradati per altri percorsi, non è possibile sapere se e quali treni partiranno. Se si prova a contattare un operatore via Facebook, invece, dove dicono di contattarli “in privato” se si desidera “ricevere assistenza”, dopo una prima risposta generica, scrivono scocciati: “Questo è il canale sbagliato a cui rivolgerti”, fornendo una serie di vie alternative per cercare l’informazione che cerchi. Alla fine, la domanda resta inevasa: il treno per spostarsi dalle Marche a Milano, circolerà?

Chi in quest’ultima settimana si è trovato a dover viaggiare per lavoro o anche solo per necessità, dal sud della costa adriatica al nord, verso Bologna o Milano, ha dovuto affrontare un’odissea. L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ha causato morti, devastazioni e migliaia di persone sfollate, ma ha anche, di fatto, spezzato l’Italia adriatica in due.

La nostra testimonianza – Sabato 20 maggio, mentre nelle zone colpite ancora si spala il fango, il sito di Trenitalia dà informazioni per il giorno stesso ma anche per la domenica 21 e il lunedì 22. La circolazione è sospesa tra Faenza e Rimini, così i treni alta velocità e Intercity sono cancellati nella tratta Ancona-Bologna, quelli invece in partenza dalla Puglia vengono “instradati” su un percorso alternativo che, da Foggia, fa passare il treno lungo la tratta tirrenica, sulla linea Caserta-Tiburtina e poi Roma-Campo di Marte, tagliando quindi fuori l’Abruzzo, le Marche e la Romagna. Un’alternativa “che può comportare maggiori tempi di viaggio fino a tre ore”. I treni totalmente cancellati sono decine. Anche alcuni convogli della tratta Roma-Milano vengono inizialmente soppressi (e poi ripristinati) dicono, per evitare di sovraccaricare la linea che dalla Capitale sale verso il capoluogo lombardo, già “affollata” dai treni instradati su percorsi alternativi.

Per chi deve necessariamente muoversi da Abruzzo o Marche, verso nord, ma anche da nord verso le regioni adriatiche, comincia così una ricerca dell’alternativa. I Flixbus si riempiono tempo zero, nonostante anche l’autostrada non sia pienamente praticabile, così come i Blablacar, i “passaggi” offerti tramite l’omonima piattaforma da autisti privati, ovviamente dietro pagamento.

Chi ha treni prenotati da martedì in poi, invece, vive il weekend nel limbo. Si aggiorna la pagina di Infotraffico di Trenitalia, si cerca di capire il tipo di guasto. Non si capisce bene se il problema riguardi solo i treni ad alta velocità o anche i regionali che sul sito restano tutti acquistabili, come se l’interruzione della linea non esistesse. Il lunedì mattina nessun avviso. La tratta, scrivono sul sito di Trenitalia, è parzialmente ripristinata, ed è quindi prevista, nella giornata “una graduale ripresa della circolazione tra Forlì e Rimini e tra Rimini e Ravenna”. Chiamando il numero verde (questa volta, per fortuna, non a pagamento), cioè il famoso “canale alternativo” suggerito dalla pagina Facebook di Trenitalia, l’operatore non sa cosa dire. Neanche lui ha contezza delle possibili cancellazioni del giorno successivo e suggerisce di richiamare il pomeriggio, verso le 18. “Ma anche se il treno è domani mattina, alle 7,20?”. “Sì”. Anche perché senza una cancellazione “ufficiale” da parte di Trenitalia non è possibile ottenere il rimborso o riprogrammare, senza perdere i soldi, il proprio viaggio. Nel frattempo tutti i Flixbus sono pieni fino a mercoledì notte. Il primo disponibile parte nella notte tra mercoledì e giovedì. Per gli abruzzesi c’è l’opzione aereo, parte da Pescara e in poco tempo è a Milano. Ma di certo non è economica. Quello che parte in orario diurno costa, fino a mercoledì incluso, oltre 350 euro (senza bagagli), mentre quello notturno, che però arriva a Bergamo quasi all’una di notte, viene meno, circa 50 euro con bagaglio a mano incluso. Resta però l’incertezza, soprattutto per chi ha acquistato biglietti che non prevedono cancellazione: il treno sarà soppresso o no?

L’opzione più semplice è recarsi in stazione. In quella di Ancona, snodo centrale della tratta interessata dall’incertezza del servizio, ci sono molti viaggiatori in coda alla biglietteria. Tanti chiedono come poter raggiungere Milano, o anche solo Bologna. Una viaggiatrice è “bloccata” nel capoluogo marchigiano dalle elezioni del 14-15 maggio, dato che i treni hanno cominciato a subire ritardi e cancellazioni da martedì 16. “Ho già preso una settimana di ferie, non posso posticipare la partenza”, dice parlando con la madre, in coda con lei. È ancora residente nella città dorica, dove ha esercitato il diritto di voto, ma lavora a Milano e deve assolutamente rientrare. Nei giorni precedenti, dati i treni cancellati, un’addetta della biglietteria le ha proposto un “viaggio della speranza”, subito accettato data l’impellenza: regionali fino a Cesena, poi autobus sostitutivo fino a Faenza, un altro regionale fino a Bologna e quindi un Frecciarossa fino a Milano. Qualcosa però non è andato, tra cancellazioni e ritardi, e così è di nuovo in coda per cercare una soluzione alternativa. La via migliore, spiega un altro dipendente dell’azienda ferroviaria, è passare da Roma. Un viaggio che prevede almeno due cambi e, nei casi più fortunati, circa sette ore di tempo.

Un’altra viaggiatrice scopre in stazione, alle 16,30 del lunedì, che il suo treno, previsto per il mattino seguente, martedì 23 maggio, è stato cancellato. Nessuno sa dire quando la linea adriatica sarà riattivata e anche il percorso con i bus sostitutivi è sconsigliato dagli addetti perché dipendente dal traffico e dalla praticabilità delle strade tra Cesena e Faenza. “Ho cambiato i biglietti di molte persone”, le spiega il dipendente che ha cambiato il biglietto all’altra viaggiatrice. “Persino due che dovevano sposarsi sono passati via Roma”, insiste, assicurando che passare dalla Capitale è la soluzione migliore. In effetti sembra l’unica via percorribile. La tratta, se si può partire attorno alle 8 del mattino, prevede l’uso di una Frecciabianca che da Falconara o Jesi (le due fermate più vicine ad Ancona) arriva a Roma attorno alle 11. E poi un’altra Freccia fino a Milano. Se però non si può partire alle 8, restano solo regionali fino a Termini. Dato l’annullamento del viaggio precedente da parte di Trenitalia, l’azienda permette di convertire il biglietto con quello di un altro treno. La tratta aggiuntiva, però, va pagata di tasca propria.

L’anomalia – Al mattino del martedì il sito di Trenitalia cambia ancora. Nella sezione “notizie infomobilità”, alcuni treni di alta velocità risultano cancellati in toto, ma altri, quelli che dalla Puglia salgono fino a Milano e che dalla Lombardia scendono, fino al giorno prima cancellati tra Ancona e Bologna, risultano “cancellati tra Cesena e Faenza e svolgono servizio viaggiatori a Cesena e Faenza”. I biglietti per questi treni, da Ancona a Milano, sono regolarmente acquistabili, come se il danno non esistesse. La dicitura poco comprensibile spinge a un’altra chiamata. Alle 7 del mattino l’operatore del numero verde è vago: meglio passare da Roma “potrebbero comunque cancellare qualcosa anche se il treno è acquistabile”. Poco dopo sul sito cambia la dicitura: quel “servizio viaggiatori” non è altro che un bus sostitutivo tra Cesena e Faenza. Ma, specificano in una nuova modifica, il servizio “è attivo per i treni che hanno origine o terminano la corsa in tali stazioni”.

Sembra quindi che da Ancona, effettivamente, i treni partano, ma non si capisce se, nel punto interrotto, sia garantita la possibilità di proseguire poi, anche con un altro convoglio, fino a Milano (e viceversa). I biglietti delle Frecce cancellate solo nel tratto tra Cesena e Faenza, ad esempio quella che da Bari Centrale va a Milano Centrale con partenza alle 5,30 e arrivo alle 12,54, al mattino del martedì risultano regolarmente acquistabili. Eppure cercando il numero del treno su “viaggiatreno”, il servizio che permette di capire l’andamento del convoglio in tempo reale, si ha un’altra informazione: “La fermata del treno 8810 di Milano è stata cancellata. Il treno è soppresso tra la stazione di Cesena e quella di Faenza”. Insomma, nell’incertezza passare da Roma forse è veramente la soluzione migliore, almeno senza sorprese.

Le previsioni – Anche tra i pendolari, nei gruppi Facebook dedicati, le informazioni si susseguono ora dopo ora. La situazione bus sostitutivi, raccontano nei gruppi, funziona abbastanza anche se, una volta riempiti partono, con il rischio che poi, alla stazione di arrivo, non ci sia più il treno pronto per proseguire. Alcuni regionali, poi, sono ancora cancellati. E c’è chi segnala che rispetto alle tratte e agli orari proposti sul sito di Trenitalia, andando in stazione gli orari sono altri. Il consiglio di chi si muove spesso è di “recarsi in stazione con anticipo” e programmare così il viaggio.

Insomma la situazione è caotica. E sembra che rimarrà tale molti giorni. La stima dei danni alla rete ferroviaria, secondo una prima analisi della Regione, è di oltre 90 milioni di euro. Complessivamente ci sono 350 persone, 60 mezzi e 21 imprese appaltatrici messi in campo da Rfi per il ripristino dell’infrastruttura. In numerosi punti, infatti, “la forza dell’acqua ha eroso il terreno e il pietrisco su cui poggiavano i binari – scrive la Regione in un comunicato – rendendo necessaria la sua ricostruzione prima della posa di nuove rotaie”. Danneggiati, inoltre, anche “i cavi di trasmissione dati per l’interfaccia con i sistemi di circolazione”. L’obiettivo? Riaprire interamente le linee entro il ponte del 2 giugno. Ma la speranza dei viaggiatori è che il tutto possa risolversi anche prima.

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