Diritti

La violenza della polizia locale sulla donna trans a Milano si chiama tortura

Una donna sta seduta sul marciapiede mentre alza le mani cercando di difendersi. I colpi arrivano per mano di quattro agenti della polizia municipale di Milano. Ma Milano non c’entra nulla. Il video è di una crudezza spietata. Lungo, lunghissimo. Troppo per sopportarne la visione senza cedere alla tentazione di fermarlo con un clic. Sono colpi su colpi inferti scientemente e con visibile freddezza. Con intervalli e pause.

Difficile sopportare quel cedimento dello Stato alla violenza della sopraffazione su di un inerme che non costituisce pericolo per nessuno, nemmeno per se stesso. Alle manganellate tanto proibite da regolamenti e norme, quanto dolorose e spietate, seguono calci e spray al peperoncino. La donna finisce stesa sull’asfalto. Esiste solo una parola che può sintetizzare ciò che viene documentato da quelle immagini: tortura.

Le spiegazioni che ci offrono le cosiddette ‘fonti ufficiali’ ci dicono che, in fondo, si tratta di una trans brasiliana in stato di scompenso psichiatrico che aveva tentato di denudarsi davanti ad una scuola. Non credo alle versioni della prima ora diramate dalle fonti ufficiali. Sarei in grado di redigere una lunga lista di vicende giudiziarie dove esse avevano poi trovato imbarazzante smentita. Posso spingermi ad affermare che ne riconosco i metodi e i fini della comunicazione con la quale si manifestano. Anni ed anni di esperienza sul campo segnano indelebilmente la tua vita, ma sono anche preziosa esperienza. Se vogliamo restituire dignità al Corpo di Polizia Municipale di Milano e allo Stato, non possiamo voltarci dall’altra parte e giustificare simili comportamenti criminali.

Non possiamo tollerare che venga rivelata immediatamente l’identità sessuale di quella donna e la sua origine etnica. Si tratta di una comunicazione ignorante che andrebbe perseguita e punita al pari di quelle violenze che stiamo commentando. Vogliamo davvero indurre l’opinione pubblica a distogliere la sua attenzione su questo grave episodio per il semplice fatto che colei che ne è vittima è una trans brasiliana che in stato confusionale ha tentato di denudarsi davanti ad una scuola? Tutto questo è la fiera dell’ignoranza razzista e omofoba che, fatto ancora più grave e inaccettabile, proviene da fonti pubbliche. No. Così non va. Non può andare.

Non possiamo tollerare il fatto che per i tossicodipendenti, malati psichiatrici, transgender e coloro che in qualsiasi modo siano visti ‘diversi’ esista una minorazione nella tutela dei loro diritti fondamentali universalmente riconosciuti. Essi, tutti, debbono avere pari dignità rispetto a tutti gli altri. Anzi, debbono aver maggior e più efficace tutela. Questo esige un vero Stato di diritto.

Se la maggioranza al governo si spinge a giustificare o, peggio, difendere questi comportamenti criminali, vuol dire che essa stessa non si rende conto della deriva autoritaria e fascista che concretamente appare esprimere. Se parlare di sostituzione etnica genera giusto sdegno e fondate polemiche, il voler legittimare tali violentissime azioni sarebbe ben più grave ed esprimerebbe un pericolo ben più tangibile e concreto per la nostra democrazia. L’Europa ci guarda e ci giudica? Lo spero. Ho paura che si volti dall’altra parte nel nome dell’affidabilità sul fronte della politica estera. Il prezzo che saremmo chiamati a pagare noi tutti cittadini italiani sarebbe veramente troppo alto. Insostenibile per noi e per i nostri figli.