“La polizia mi poteva ammazzare, ho avuto paura. Non ho fatto nulla per meritare questo trattamento”. Questo il riassunto di “Bruna”, così conoscono nella zona di parco Trotter la donna trans brasiliana, presa a manganellate da alcuni agenti della Polizia locale a Milano. Intervistata da Ilfattoquotidiano.it, ripercorre tutto ciò che è accaduto mercoledì mattina tra il Trotter, dopo, l’università Bocconi. “È la prima volta che mi capita una cosa così brutta. Avevo immaginato mi potesse capitare in strada, ma non di essere picchiata così dai poliziotti”, spiega Bruna in lacrime. Una “tortura”, arriva a definirla. “Non so perché mi hanno picchiata – aggiunge – Anche prima di fermarmi, ho preso qualche botta”. E nega totalmente di essersi denudata: “Non è vero che mi ero spogliata”. Una versione questa circolata martedì insieme alla possibilità che stesse importunando i bambini della vicina scuola, non confermata dai genitori. I vigili urbani, sostiene Bruna, “sono intervenuti perché verso le 9 stavo discutendo con due ragazzi sudamericani. Sono arrivati e sono venuti da me, subito. Mi hanno chiesto i documenti, ma quello che ho dato loro hanno detto che non era valido. E mi hanno detto di salire in macchina”. Bruna ha detto in altre interviste di aver bevuto e, la sera prima, di aver fumato uno spinello. Durante il tragitto verso il comando, spiega, “mi sono agitata perché avevano fermato solo me e sbattevo la testa contro il finestrino”. La volante si ferma, poi racconta la dinamica degli eventi davanti alla Bocconi: “Sono scappata e mi sono nascosta dietro a un’aiuola”. Lì è stata trovata dagli agenti. Solo l’agente donna, dice, “si è comportata benissimo con me”. Il resto è immortalato nel video.
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