“L’idea che ci fosse stata effettivamente violenza non mi ha mai sfiorata. Non ho mai visto Alberto come un uomo violento”. A parlare, attraverso i verbali e le dichiarazioni fatte ai pubblici ministeri è D., 46 anni, due lauree e un lavoro importante nel settore economico e fiscale internazionale, la donna che Alberto Genovese ha sposato lo scorso dicembre mentre stava scontando parte della pena ai domiciliari in una comunità di recupero per la disintossicazione dalla dipendenza dalla cocaina. Ciò che emerge è un quadro a tratti sconvolgente della situazione, mentre è totalmente inedito il legame tra l’ex reuccio delle star up – arrestato per le violenze avvenute ai danni di due ragazze durante le feste nella sua casa milanese, Terrazza Sentimento – e la donna. La quale precisa di non mai partecipato ne avuto a che fare con i party a base di alcol e droga. “Io avevo una sorta di patto con Alberto: volevo stargli e restargli vicina, ma assolutamente lontana da queste dinamiche”, svela ai PM. “So che Alberto col suo gruppo faceva delle feste, fino a notte inoltrata, ma io non vi partecipavo perché poi al mattino lavoravo, oltre a non gradire il tipo di festa e le persone coinvolte”, aggiunge.
Secondo la donna, che conosce Genovese sin da quando erano giovanissimi e che con lui ebbe una storia (la definisce “una relazione tradizionale”), tutto cambiò quando l’imprenditore cedette la sua startup più fortunata e celebre, Facile.it, “che gli avrebbe fatto incassare 200 milioni di euro, ma gli avrebbe anche stravolto l’equilibrio psichico immettendolo nel trip della droga che assumeva in quantità inumane”, come riporta il Corriere della Sera. A quel punto, la situazione precipita poi degenera totalmente. D. resta sullo sfondo: la storia con Genovese finisce, lui si fidanza con Sarah Borruso (anche lei finita a processo per una violenza sessuale di gruppo a Villa Lolita di Ibiza), loro restano amici ma la donna prende le distanze dalla coppia. “Hanno raccontato di aver avuto alcuni rapporti sessuali con altre persone, ma io ho trovato questi argomenti sempre particolarmente sgradevoli e non ho mai voluto fare domande in merito”. C’era però anche lei in quella villa lussuosa a Ibiza, nell’estate del 2020, quando una ragazza si sente male (secondo il Corriere è proprio una delle vittime della violenza di gruppo): “Credo che facessero quel genere di feste che tutti immaginano, con musica techno che andava avanti fino all’alba, ma io ero nel mio alloggio ed avevamo un bodyguard per evitare che i partecipanti alla festa venissero anche davanti alle nostre stanze”, precisa.
Pochi mesi dopo, nell’ottobre nel 2020, a Terrazza Sentimento si consuma un’altra notte di sballi che finisce malissimo quando una modella di 18 anni subisce violenza e decide di denunciare. “Ad un certo punto lui ha detto a tutti che aveva avuto un problema alla fine della festa dei giorni precedenti. Ha parlato di un gioco finito male con una ragazza che si era sentita male, che c’era stato l’intervento della polizia a seguito della denuncia della ragazza e che gli avevano sequestrato la casa”, racconta. “Gioco finito male”, così Genovese derubrica l’accaduto. Una “ricostruzione frammentata e poco credibile”, la definisce la donna, che poi spiega: “L’idea che ci fosse stata effettivamente violenza non mi ha mai sfiorata. Non ho mai visto Alberto come un uomo violento”.
Poco prima dell’arresto, Genovese le racconta di aver risolto con la ragazza: “Mi sembra ricordare che parlasse anche di qualcosa regalato alla madre della ragazza che era molto dispiaciuta per quello che era successo. Ricordo che lui mi ha detto che lei sarebbe andata in vacanza con lui ad Istanbul”. Ma lei stessa, esperta in diritto, capisce che la situazione non si sarebbe risolta e che se pure la ragazza avesse ritirato la denuncia, il processo penale ci sarebbe stato. A quel punto la tensione e il disagio crescono, come riposta il Corriere: “Non sono riuscita a chiedergli nulla in più in quelle circostanze, perché lui non mi prestava attenzione per un tempo ragionevole e voleva sempre cambiare argomento (…) e devo dire di aver sottovalutato la vicenda e che non ho mai creduto che Alberto sarebbe stato accusato di un reato così terribile”. Lei però non lo abbandona, anche se ammette che nei mesi prima dell’arresto lei è più spesso in condizioni alterate dall’assunzione di stupefacenti: “La frequentazione si era fatta più assidua, il suo stato di difficoltà certamente più evidente e la necessità di avermi vicino forse era aumentata (…). Come tutte le persone che gli vogliono bene speravamo in un evento che lo fermasse, ma certamente non pensavamo che sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere”.