L’emergenza in Emilia Romagna riguarda anche i beni culturali, molti dei quali sono finiti nel fango. E nel consiglio dei ministri che doveva decidere le prime misure di sostegno il governo ha deciso di aumentare di un euro – dal 15 giugno al 15 settembre – i biglietti d’ingresso ai musei – ha spiegato la presidente del consiglio Giorgia Meloni – per utilizzare “i proventi che arriveranno da questa misura per mettere in sicurezza i beni culturali che sono stati interessati dall’alluvione”. Si tratta di una sorta di flat tax che non tiene conto di alcuna differenza reddituale, ma che si basa esclusivamente sul “consumo” di cultura. Una decisione con cui si può essere più o meno d’accordo, tenendo presente che dal 2014 esistono le domeniche a ingresso gratuito nei musei statali, le quali pur avvicinando ai musei tante fasce di cittadini più svantaggiati, tengono fuori dalle casse dello Stato quasi 10 milioni di euro l’anno. Cosa pensano gli addetti ai lavori? Ilfattoquotidiano.it ha compiuto un giro di pareri.
“Mi sembra un’ottima idea – è il parere di Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani – perché i danni sono stati enormi e questo contributo di tutti quanti i visitatori dei musei statali può veramente risolvere una situazione drammatica. È un esempio di operatività immediata e benigna. Credo invece che una temporanea sospensione degli ingressi gratuiti nei musei la prima domenica del mese sia una decisione politica per la diffusione della cultura. Io comunque sono favorevole all’apertura gratuita”. D’accordo con l’iniziativa anche la ex soprintendente per il Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini: “Un euro in più per entrare nei musei statali mi sembra più che ragionevole”. Anche per Caterina Bon Valsassina, già direttore generale della Ricerca ed Educazione del ministero, è una decisione giusta “che va subito al problema e che è stata presa con rapidità: d’altronde oggi un euro per l’Emilia Romagna lo daremmo in qualsiasi situazione”.
Più dubbi vengono espressi da Giulio Volpe, archeologo e docente di Metodologia della ricerca archeologica all’Università di Bari: “Interventi mirati al recupero, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio dell’Emilia Romagna sono benvenuti – spiega – Non mi convince pienamente la scelta di farlo aumentando ulteriormente il prezzo dei biglietti dei musei. Preferirei piuttosto una tassa di scopo o un’iniziativa come sono state fatte anche in passato, di raccolte fondi straordinarie di solidarietà nei confronti delle popolazioni e anche del patrimonio culturale”. L’aumento del costo del biglietto, riflette Volpe, “mi pare una scelta che rischia di disincentivare la frequentazione dei musei da parte di chi ha più difficoltà e quindi non mi pare un’iniziativa particolarmente efficace. Secondo me ci sono molti altri modi per dirottare risorse per il patrimonio culturale, anche in forme di solidarietà. E non mi parrebbe giusto neanche sospendere le domeniche a ingresso gratuito nei musei, perché considero quella scelta efficace per cercare di favorire quelle fasce che realmente fanno fatica a visitare i luoghi della cultura”. Il professor Volpe ricorda che “l’Italia ha tra i livelli più bassi, tra i Paesi Ocse, di vita culturale. Quasi il 50 percento della popolazione non ha neanche un livello minimo di vita culturale: cioè non legge un libro, non va in un museo, non va a teatro e non assiste a un concerto. Quindi abbassare ulteriormente il livello di vita culturale, che è e deve restare un diritto essenziale per tutti i cittadini, credo che non sia una buona scelta. Io credo che sia un dovere di tutti di contribuire alla rinascita dei territori colpiti dall’alluvione, ma penso sempre che questo debba essere proporzionale, cioè chi ha di più deve dare di più. Per cui, cercherei altre strade, anche perché gli italiani dimostrano sempre una straordinaria solidarietà nel mettere mano al portafogli o per intervenire in altri modi per aiutare chi è in difficoltà”.