Alberto Stasi è stato ammesso dal tribunale di sorveglianza di Milano al lavoro esterno. Il 39enne, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, compiuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, nel Pavese, esce ogni giorno dal carcere per andare a lavorare e poi fa rientro nell’istituto penitenziario di Bollate. Stasi, in carcere dal dicembre di otto anni fa, svolge mansioni contabili e amministrative e, come spiega il Corriere della Sera, ha ottenuto il beneficio con rigide prescrizioni sugli orari di uscita e di rientro in cella, sui mezzi di trasporto utilizzabili, sugli itinerari dai quali non discostarsi e sui controlli.

Nel 2015 la condanna definitiva per Stasi, dopo le annullate assoluzioni del 2009 e 2011, era arrivata a 16 anni attraverso la riduzione di un terzo della pena poiché aveva chiesto il rito abbreviato. A favore dei genitori di Chiara era stato fissato un milione di euro di danni e 150mila euro di spese legali.

Il 39enne, spiega ancora il quotidiano, pur continuando a respingere il verdetto, nel 2018 ha raggiunto in sede civile con la famiglia Poggi una transazione che lo impegna a risarcire 700mila euro: metà già liquidati e metà promessi con detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro prima in carcere e poi fuori. Il fine pena per Stasi è fissato nel 2030, ma per buona condotta con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi lo può anticipare nel 2028, con possibilità di chiedere l’affidamento in prova già nel 2025.

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