Giulia Bongiorno assicura che il governo non tocchera le intercettazioni telefoniche. “La mia storia in Parlamento documenta che ho sempre lottato per evitare di cancellare le intercettazioni, che reputo indispensabili”, dice in un’intervista a Repubblica la senatrice della Lega, presidente della commissione Giustizia del Senato. Che poi arriva a garantire per Carlo Nordio: “Il ministro sta lavorando sul tema della riservatezza. La commissione che presiedo sta concludendo un’approfondita indagine conoscitiva a 360 gradi. Sono state già fatte 45 audizioni di esperti del settore, oltre a sopralluoghi presso alcuni tribunali. Le problematiche emerse sono tante. Di certo oggi la tecnologia corre, mentre le leggi sono lente. Alcune forme di captazione non hanno affatto una disciplina adeguata e questo, per larilevanza degli interessi in gioco, non è accettabile”.
Bongiorno ha negato di essere la “spina nel fianco” del guardasigilli, sostenendo che con Nordio “c’è sintonia, e ricordo che, quando ancora non era ministro, Nordio ha condiviso con noi le ragioni del Sì agli ultimi referendum, tutti di matrice garantista. I confronti sono fisiologici, visto che io sono responsabile Giustizia di un partito della maggioranza”. E se da una parte Bongiorno garantisce sulle intercettazioni, dall’altra rilancia l’attacco sull’abuso d’ufficio. “Ho sempre detto che questo reato, nonostante le modifiche che si sono succedute, non ha dato buona prova”, sostiene la leghista. Che poi propone: “Vi sono perciò due possibilità: o un’abrogazione o una nuova correzione. Se si dovesse optare per l’abrogazione, diventerebbe necessaria una riforma complessiva dei reati contro la Pa per evitare possibili vuoti di tutela o interpretazioni estensive di altri e più gravi reati”. Solo ieri, però, il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, ha spiegato che l’abolizione dell’abuso d’ufficio rappresenterebbe “un vulnus agli obblighi internazionali sottoscritti dall’Italia in tema di corruzione con la convenzione di Strasburgo”. Che ne pensa Bongiorno? “Anche in quest’ottica, è necessario che la modifica complessiva dei reati contro la Pa si armonizzi con la normativa europea, in modo da potenziare la lotta alla corruzione con strumenti legislativi comuni. Considero l’eventuale abrogazione dell’articolo 323 del codice penale un punto di partenza, e non di arrivo”.