Politica

Cara Giorgia, attenta a non strafare: chi troppo vuole nulla stringe

I vecchi proverbi hanno sempre qualcosa di saggio che più o meno si addice a tutti. Quello che ti ho dedicato nel titolo di questo scritto è valso già, di recente, per altri che hanno avuto l’onore (e il grevissimo onere) di sedersi sulla poltronissima del massimo potere esecutivo italiano per svolgere i compiti assegnati al Premier del nostro ultra-indebitato governo. Tu lo stai affrontando con persino maggiore baldanza, ma anche con ampia e visibile esperienza politica in rapporto alla tua giovane età.

C’è però un problema: l’esperienza politica è perfetta per chi è capo politico, serve invece a poco per chi è capo esecutivo di una grande impresa, e nessuna impresa può essere più grande della nazione stessa che la ospita. Quindi è fuori di dubbio che, nonostante le tue grandi capacità personali, la semplice capacità di comandare può esserti persino controproducente quando sei tenuta a prendere decisioni anche per chi non ti ha votata o, peggio, quando non potrai trovare le condizioni per soddisfare chi ti ha votata. Perché, già lo sa, costoro (gli elettori) saranno i primi a voltarti le spalle appena la loro delusione si farà concreta. E più sarà lungo il tempo che dovranno aspettare i delusi (i 5 anni della Legislatura, come tu stessa hai già detto) più largo sarà il numero dei “partenti”. Inevitabile!

Per questo motivo lo scorso ottobre, poco dopo la tua strepitosa vittoria alle elezioni, avevo scritto, indirizzandolo idealmente a te, questo amichevole post: “A Giorgia Meloni sconsiglio di andare a Palazzo Chigi, ecco perché”. Visto quindi che ovviamente non leggi i miei articoli, ma qualcuno potrebbe riportarti ciò che di tuo interesse viene scritto sul Fatto Quotidiano, proseguo qui in terza persona la mia analisi politica.

Io, che a inizio secolo avevo coperto per il partito di Di Pietro (Italia dei Valori) il ruolo di responsabile Usa (uscendone però tre anni dopo per contrasti col responsabile estero), avevo già notato, nel 2018, il potenziale “politico” della Meloni e di un partito molto rinnovato, con lei alla guida. Ottimo anche nel nome: “Fratelli d’Italia”, ovvero una delle tre punte del tridente ideologico che, con la Rivoluzione Francese, ha conquistato, circa due secoli fa, l’intera Europa, non solo con la guerra, ma con i primi diritti civili.

Personalmente avevo quindi visto positivamente la sua proposta politica, di “destra”, sì, ma anche “sociale”, quindi senza dubbio molto più vicina ai veri bisogni degli italiani d’oggi, rispetto persino ai programmi della “sinistra” (che invece in quel periodo era ancora dominata dal “rottamatore” del Pd (deragliato col referendum), e poi dalla populistica illusione di una “Democrazia Diretta” (abbreviata nei “Vaffa” del Grillo saggio) impossibile da realizzare veramente (facile capire il perché!).

Abbiamo quindi visto all’opera, in seguito, il nostro tecnico economico più prestigioso d’Europa (Draghi) governare “zoppicando” come un “ronzino qualunque” a causa di capi politici che ognuno per conto suo erano più attenti ai sondaggi su chi saliva o scendeva nelle alchimie politiche, piuttosto che ai bisogni dei cittadini abusati da leggi che consentivano ai politici di usare il Parlamento per i propri interessi, invece che occuparsi dei bisogni dei cittadini. Quando poi è arrivato il momento delle elezioni i cittadini hanno avuto finalmente l’occasione di vendicarsi di quei politici interessati solo ai fatti propri e hanno disertato in massa le urne. Quindi per i coraggiosi che hanno invece deciso di non tradire il principio democratico era rimasto soltanto quell’unico partito rimasto fuori dal Palazzo governativo.

Ora gli italiani ti hanno dato fiducia, ma sa benissimo che… alla prima occasione potrebbe perderla. E la prima occasione potrebbe arrivare molto prima del previsto perché i suoi alleati già scalpitano per avere la propria fetta di potere, come stabilito. Ma lei non può assolutamente soddisfare quell’autonomia differenziata che già nel nome è opposta a quel “Fratelli d’Italia” che tanto è piaciuto a lei e alla gente che l’ha seguita in quell’ideale, considerando anche le mille altre cose “sociali” che non potrà mai fare insieme a quella “destra estrema”.

Allora le conviene rompere subito quel bel giocattolo che le ha consentito di conquistare Palazzo Chigi, tanto (anche se continuo a non consigliarglielo), potrebbe tornarci presto. Meglio tradire la sua promessa politica a Salvini e Berlusconi e trattare subito con la Schlein e/o Conte piuttosto che tradire il popolo che l’ha eletta!

Invece di un governo giallo-verde o giallo-rosso, potremmo avere un vero governo “moderato-conservatore” e “tricolore” invece che bicolore, e avere proprio il suo “Fratelli” al centro (come una nuova DC!) + il Pd a sinistra e (se non basta) Forza Italia a destra (difficile da digerire, ma ormai conta poco, Tv a parte).

Finendola una volta per tutte di definire le parti politiche “sinistra e destra” sostituendole con le definizioni “Progressisti” e “Conservatori”, titoli molto più indicativi di quel binomio logoro e totalmente astratto verso ogni reale significato politico.