“Chi vuole combattere la lottizzazione faccia qualcosa per cambiare la legge Gasparri riveduta e corrotta dal governo Renzi, che ha passato dal Parlamento, che già non dovrebbe toccare la Rai, al governo (peggio mi sento) il potere assoluto di nomina“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le nuove nomine Rai sotto il governo Meloni.
Travaglio concorda con l’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria, ospite della trasmissione: “Ha fatto molto bene Zaccaria a ricordare che è stato Renzi a consegnare nelle mani proprie e in quelle dei suoi successori il potere assoluto del governo sulla Rai, cioè su un bene comune che i partiti non dovrebbero nemmeno sfiorare. Il punto è che fino a quando non cambia la legge, il governo la rispetta e purtroppo questo governo sta rispettando la legge”.
Travaglio poi precisa che per la nuova Rai targata Meloni non si può parlare di “melonizzazione”, ma di ritorno alla lottizzazione classica, come avvenne per il governo Conte: “I governi Renzi e Draghi invece presero tutto. Il governo Renzi prese tutte e tre le reti e tutti e tre i tg. Nel governo Draghi avvenne la stessa cosa, in aggiunta ci fu l’assurdo che tolsero il posto all’unico partito di opposizione al cda Rai, cioè a Fratelli d’Italia, e il partito che aveva vinto le elezioni con la maggioranza relativa in Parlamento non ebbe niente”.
E cita un articolo di Marco Zonetti per Dagospia: “Con la nuova lottizzazione Fratelli d’Italia prende 5 poltrone, la Lega 7, Forza Italia 3, M5s 3, il Pd 9. E il Pd si permette pure il lusso di votare contro e di gridare alla lottizzazione, come se le poltrone lottizzate dagli altri fossero brutte e le sue fossero portate dalla cicogna. Io ormai ho finito le lacrime su questo argomento, non me ne frega più niente“.
Il direttore del Fatto, infine, rievoca la stagione berlusconiana con l’editto bulgaro (“Fu la peggiore. Solo Renzi tentò di eguagliarla, infatti sotto la Rai renziana sparirono Milena Gabanelli, Massimo Giannini che aveva osato parlar male della Boschi, Porro, Giletti e Bianca Berlinguer, fatta fuori dal tg3“).
E conclude: “Oggi è diverso: non cacciano nessuno perché non c’è più nessuno da cacciare. Se questa destra non avesse avuto questa fame atavica di poltrone, avrebbe lasciato tutti quelli che c’erano, perché erano diventati quasi tutti meloniani. Questa leggenda per cui da oggi la Rai diventa di destra e fino a ieri era antigovernativa fa ridere i polli – conclude – Chi ha visto il tg1 della Maggioni, ha potuto constatare che è passato dalla Rai di Gentiloni, che è quello che ha messo lì la Maggioni, alla Rai dei gialloverdi alla Rai dei giallorosa e alla Rai draghiana. Ultimamente il tg1 era un soffietto continuo alla Meloni. Non c’è bisogno nemmeno di cambiarli, sono loro che cambiano perché è gente che non cambia idea, ma cambia soltanto padrone”.