Non c’è neanche il tempo di esultare per le associazioni ambientaliste di Agrigento. Nonostante il raggiungimento dell’accordo con tre Comuni di montagna – Nicosia, Gangi e Sperlinga – l’esercito tornerà a sparare vicino alla nascitura riserva di Punta Bianca, al poligono naturale di Drasy, a pochi passi da una grande roccia di marna bianca, della stessa fattezza della celebre Scala dei Turchi. I militari hanno infatti stilato un nuovo calendario che prevede esercitazioni a partire da ottobre e chiedono anche alla Regione di poter sparare per altri 5 anni nel poligono naturale di Drasy.
L’annuncio ha fatto insorgere le associazioni ambientaliste, MareAmico e Marevivo, che si sono appellate al presidente Renato Schifani, affinché blocchi l’autorizzazione per gli spari nei prossimi 5 anni. “Le manovre militari in quella zona, oltre che avere inquinato i luoghi, sono in palese contrasto con la vocazione dell’area, destinata a diventare riserva naturale – scrivono le due associazioni – Non si capisce il motivo di voler chiedere una proroga della concessione dell’area di Drasy tenuto conto che l’Esercito dispone già di un’area idonea alle esercitazioni. Per questo motivo chiediamo di essere auditi dal Comitato paritetico per le servitù militari per poter esporre le problematiche di tipo socio-ambientali, paesaggistiche ed economiche generate dalle esercitazioni militari a Punta Bianca, per chiedere che esse vengano sospese per sempre e non venga rinnovato l’uso del poligono dell’area di Drasy”.
Lo scorso autunno erano state proprio le associazioni a bloccare i mezzi con un sit-in pacifico, dopo un’indagine della Procura di Agrigento che ha rilevato inquinamento da metalli pesanti nel mare antistante la futura riserva naturale. La notizia dello spostamento, dopo 64 anni, aveva convinto tutti che l’esercito avesse intenzione intenzione di lasciare l’area ma la richiesta di proroga per le esercitazioni, presentata al governo regionale, ha lasciato intendere che i carri armati spareranno ancora nella fragile costa agrigentina dove già sono avvenuti numerosi crolli. Dall’altro lato, ad accordo raggiunto, anche le associazioni dei paesi firmatari del nuovo documento, hanno manifestato tutto il loro disaccordo per l’apertura di un poligono naturale tra le Madonie e i Nebrodi, territorio di allevamenti e colture uniche che adesso vuole ribellarsi alla decisione, chiedendo un tavolo di confronto con i sindaci firmatari dell’accordo. Il risultato di queste manifestazioni si vedrà ad ottobre, quando le esercitazioni dell’esercito italiano e di quello americano, dovranno trovare comunque un posto per sparare, posto che ad oggi sembra ancora una volta essere Drasy.