Dopo l’istituzione della commissione Antimafia con l’elezione della deputata meloniana Chiara Colosimo, la destra vuole chiudere in fretta la partita delle altre 17 commissioni Bicamerali. Per questo i capigruppo di maggioranza Tommaso Foti (Fratelli d’Italia), Riccardo Molinari (Lega), Paolo Barelli (Forza Italia) e Maurizio Lupi (Noi Moderati) si sono visti giovedì pomeriggio con una riunione via zoom per chiudere l’accordo politico. L’intesa di massima c’è, ma lo scontro si concentra sulla commissione d’inchiesta sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena trovato morto il 6 marzo 2013 sotto la finestra del suo ufficio.
La commissione, che ha già lavorato nella scorsa legislatura, è stata approvata dalla Camera il 23 marzo scorso con un voto all’unanimità e, in quanto monocamerale, non dovrà passare per un voto del Senato. Quindi i partiti di maggioranza e opposizione potrebbero ricostituirla subito, ma per ora è tutto fermo. Il motivo è politico: a bloccare l’insediamento è lo scontro tra Lega e Fratelli d’Italia che rivendicano la paternità della presidenza della commissione.
Nella scorsa legislatura il presidente era il forzista Pier Antonio Zanettin (oggi senatore), ma oggi sia il partito di Giorgia Meloni che quello di Matteo Salvini vorrebbero mettere le mani sulla commissione. I lavori della scorsa legislatura hanno avuto una forte eco mediatica e giudiziaria nella città di Siena: nella città del Palio domani e lunedì si vota per il ballottaggio (lo scontro è tra Nicoletta Fabio, centrodestra, e Anna Ferretti, centrosinistra) e Lega e FdI vogliono avere la primazia in città. La tornata elettorale a Siena, quindi, è stato uno dei motivi dello scontro per la presidenza di commissione rallentandone la ricostituzione, dice un parlamentare di maggioranza.
L’altra commissione su cui ancora c’è molta incertezza è quella di inchiesta sul Covid, appena approvata dalla Camera e adesso in discussione al Senato. La commissione che indagherà sul ruolo del governo Conte II negli anni della pandemia (e non delle Regioni, come ha voluto la Lega) si insedierà a giugno e l’ipotesi che sta prendendo sempre più piede è che la presidenza vada a Italia Viva: il nome sul tavolo è quello di Maria Elena Boschi. Non è un caso che proprio Italia Viva e Azione abbiano votato con la maggioranza di destra sia in commissione Affari Sociali che in aula per istituirla. Altrimenti la presidenza potrebbe andare a Fratelli d’Italia.
L’accordo invece è stato raggiunto su tutte le altre commissioni Bicamerali secondo uno schema di 8 a Fratelli d’Italia, 4 alla Lega, 4 a Forza Italia e 2 ai centristi di Lupi. Oltre all’antimafia, il partito di Meloni avrà le commissioni Schengen, Cassa Depositi e Prestiti, Semplificazione, Forteto, Consiglio d’Europa, Iniziativa Centro-Europea e Mediterraneo. Alla Lega, invece, andrà il Federalismo Fiscale, Enti Gestori, Ciclo Rifiuti ed Ecomafie e l’Osce mentre a Forza Italia le Questioni Regionali, Banche, Anagrafe Tributaria e l’Insularità. Noi Moderati di Lupi si assicura la delegazione italiana alla Nato (è andata a Lorenzo Cesa) e l’Infanzia e Adolescenza a Michela Vittoria Brambilla.
Restano ancora in forse due commissioni d’inchiesta: quella su Emanuela Orlandi che Fratelli d’Italia sta bloccando al Senato dopo le parole del fratello Pietro su Papa Giovanni Paolo II e che dovrebbe andare al Pd, mentre la commissione sul Femminicidio sarà presieduta da una parlamentare di Italia Viva/Azione.