I medici vogliono fargli il tampone per il Covid così da poterlo spostare in un altro ospedale, dove può ricevere le cure indispensabili per salvargli la vita. Ma i genitori no vax del bambino di 4 anni ricoverato per una grave malattia si oppongono al test. Per sbloccare la situazione deve intervenire la Procura di Milano, che ha indagato madre e padre per tentato omicidio. Il pm, utilizzando la norma penale che prevede in caso di indagini il prelievo forzoso di campioni biologici, ha aperto il fascicolo e firmato il decreto di prelievo coattivo che ha consentito ai medici di effettuare il tampone.

La vicenda, avvenuta in un ospedale di Milano, viene riportata dal Corriere della Sera. Ieri, venerdì 26 maggio, i genitori portano in ospedale il figlio di 4 anni che sta male e durante le analisi i medici scoprono una forma grave di tumore. La sola speranza è una terapia che però può essere somministrata solamente in un altro ospedale, fuori Milano. Questa struttura, che ha in cura molti bambini con immunodeficienze, per tutelare i piccoli pazienti richiede il test Covid per tutti i bambini che devono essere ricoverati. Sembrerebbe una formalità, ma i genitori si oppongono. I medici a quel punto si appellano alla Procura.

La prassi vorrebbe un intervento del Tribunale dei Minorenni, ma la situazione richiede un intervento d’urgenza. Il pm di turno Nicola Rossato sceglie dunque di ricorrere all’articolo 359-bis di procedura penale, che prevede appunto il “prelievo coattivo” che può essere ordinato tramite decreto nel caso in cui “vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave o irreparabile pregiudizio alle indagini”. Per farlo, quindi, il pm deve aprire un fascicolo: l’inchiesta è a carico dei genitori, l’ipotesi di reato è il tentato omicidio del figlio. Il bambino viene quindi sottoposto a tampone e poi trasferito nel secondo ospedale.

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