Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto in prima serata su Canale 5 sabato 27 maggio e 3 giugno con tanti ospiti ed amici da Irama a Fiorella Mannoia. Il trio dopo la vittoria a Sanremo 2015 con “Grande Amore” e il terzo posto a Sanremo 2019 non ha paura di tornare il gara. E su Mengoni...
Quindici anni di carriera e sempre in giro per i teatri di tutto il mondo e d’Italia con sold out. Quello de Il Volo è un caso più unico che raro. In molti hanno tentato la carriera della pop-lirica, senza però eguagliare i riconoscimenti di Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto. Ad ogni passaggio televisivo Il Volo macina ottimi ascolti e anche stavolta non vogliono deludere le aspettative. “Il Volo – Tutti per uno”, con la partecipazione di Federica Panicucci, andrà in onda sabato 27 maggio e 3 giugno in prima serata su Canale. Lo show, registrato all’Arena di Verona, vedrà sul palco alternarsi ospiti e amici come: Irama, Madame, Fiorella Mannoia, Danilo Rea, Edoardo Leo, Annalisa, Antonello Venditti, Francesca Michielin, Mario Biondi, Gianna Nannini, Pooh, Aida Garifullina e Giorgio Panariello.
Qual è il vostro bilancio di queste due serate?
Siamo felicissimi per questi eventi nonostante il diluvio persistente, che è stato suggestivo, ma ci ha fatto capire l’amore e l’affetto del nostro pubblico che per tre ore e mezzo di registrazione non si è mai alzato. È stato magico.
Come avete scelto gli ospiti, in alcuni casi distanti dal vostro mondo?
Ci siamo ispirati alla grande esperienza del Pavarotti and Friends con il grande insegnamento di oltrepassare le barriere della musica per dimostrare al pubblico tutti e tre gli aspetti della nostra espressione artistica. Ecco come sono nati i duetti su ‘Meravigliosa creatura’ con una artista rock come Gianna Nannini o la bellissima ‘Ovunque sarai’ di Irama. Ma ci sarà spazio anche per il repertorio classico con una delle soprano più apprezzate al mondo come Aida Garifullina.
Qual è stato il risultato che si vedrà in tv?
Molto bello soprattutto per l’entusiasmo degli ospiti che sono venuti a trovarci e hanno accettato subito il nostro invito. Le nostre esibizioni si sono svolte in maniera del tutto naturale.
“Tutti per uno” torna a teatro il 2-3-4 settembre agli Arcimboldi di Milano. Che concerto sarà?
“Il meglio di” delle due serate. Ovviamente non saranno le 60 canzoni scelte per Verona, se no la gente ci picchia! Ma faremo in modo che le persone possano apprezzare tre cantanti diversi tra loro, dando spazio alle nostre inclinazioni e gusti musicali distinti.
Quindici anni insieme, c’è ancora tolleranza tra voi?
C’è più rassegnazione. Scherzi a parte, siamo più maturi e rispettiamo i nostri spazi, dando peso alle cose più importanti della nostra vita. Questo è anche frutto di eventi della sfera personale che ci hanno cambiato e fatto capire cosa è importante nella vita. E un’altra nostra caratteristica è la trasparenza massima tra noi tre.
In questi anni alcuni hanno tentato la vostra strada del lirico-pop, ma non con lo stesso risultato. Quali sono le difficoltà?
La musica è cambiata e anche tanto rispetto a quando abbiamo iniziato noi. C’è un pubblico di giovanissimi che ascolta un genere musicale totalmente diverso. Inoltre si è molto più ‘influenzati’ dai social e dalle mode e tendenze di TikTok. Sono tutti elementi che possono incidere sul successo di un genere o di una canzone. Noi da quindici anni facciamo ancora esperienze pazzesche, proponendo un genere musicale preciso.
Il mondo sembra anche cambiato dal vostro terzo posto a Eurovision 2015. Mengoni ha sventolato la bandiera rainbow per mandare un messaggio preciso…
E ha fatto benissimo Mengoni a farlo. Le parole possono fare molto male o distruggere la vita di una persona. La sensibilizzazione su certi temi è importantissimo. Assurdo che si debba giudicare una persona sempre e comunque. Così come Mengoni, anche tutti noi artisti abbiamo il dovere di lanciare dei messaggi precisi. Servono leggi per i diritti, ma anche contro l’omofobia, e poi bisognerebbe investire molto di più nell’istruzione. L’istruzione è fondamentale per la società. Se continuiamo, invece, a investire nelle cose totalmente inutili, il cambiamento sarà difficile.
C’è speranza per il futuro?
Sì. Le nuove generazioni sono diverse dalla nostra e dalla precedente. Hanno una mentalità molto più aperta e un approccio diverso.
Tornereste a Sanremo?
Non ci spaventa affatto l’idea di andare in gara, ma se avremo una canzone valida. Per noi Sanremo, ma anche fare gli eventi in tv, rappresentano una ottima vetrina di promozione, dal momento che in giro c’è molto snobismo nei nostri confronti dalle radio (che non passano i nostri pezzi nemmeno con la pistola alla tempia) a certa stampa (soprattutto agli inizi della nostra carriera). Stiamo, comunque, lavorando ad un disco di inediti con la speranza che le radio ci supporteranno.