Finirà in commissione di Vigilanza Rai il caso del comizio da Catania di Giorgia Meloni trasmesso venerdì in diretta su RaiNews24. Una prima grana per il neo amministratore delegato Roberto Sergio che attraverso una nota dell’azienda ha fatto sapere di avere chiesto che la rappresentazione politica in tv “sia sempre corretta”. Rai, si legge, “comunica che l’Amministratore Delegato della Rai, Roberto Sergio, è stato prontamente informato e ha preso contatto con il direttore di Rai News 24 per ribadire l’importanza di una corretta rappresentazione del dibattito politico. Il direttore di Rai News 24 ha precisato che la testata nell’arco della giornata ha dato ampio spazio a tutte le forze politiche”.

Una giustificazione che però potrebbe non bastare all’opposizione. Tanto che la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, si è detta intenzionata ad affrontare il caso. “Apprendo dalle segnalazioni di diversi gruppi parlamentari che su RaiNews24 sarebbe andata in onda in diretta il comizio organizzato dal centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Catania. La commissione di Vigilanza valuterà con estrema attenzione questo caso per tutti i profili di competenza. Si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere”. La senatrice M5s risponde così alla nota con cui ieri i parlamentari del Pd avevano criticato la scelta della rete all news della Rai di seguire in diretta l’intervento della premier in Sicilia.

Nella nota, i parlamentari dem parlano di “gravissima violazione da parte di Rainews24 della par condicio all’ultimo giorno di campagna elettorale per le amministrative in Sicilia”. Per i parlamentari del Pd della commissione di vigilanza Rai Furlan, Nicita, Bakkali, Verducci, Peluffo, Zingaretti, Graziano e il deputato dem siciliano Barbagallo “non era mai accaduta una cosa del genere”. “La nuova Rai diventa TeleMeloni – proseguono i componenti dem della Vigilanza Rai – Abbiamo presentato esposto urgente ad Agcom e una urgente interrogazione parlamentare. Mai il servizio pubblico era caduto così in basso nella parzialità politica. È tv di regime”.

Dalla città siciliana, Meloni ha sfruttato il comizio per rivendicare le scelte del governo e della nuova governance della tv pubblica. E a qualche giorno dalle polemiche su nomine e nuovi assetti della Rai, è arrivato l’affondo: “Io non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con una altro. Io voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere in cui non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica. Voglio un sistema plurale e basato sul merito, che dia spazio a tutti in base al valore che dimostrano e non alla tessera che hanno in tasca”. Ma anche per dare una valutazione delle scelte degli altri: “Se qualcuno nella Rai deve misurarsi col merito, decide che non ce la fa e vuole fare qualcos’altro, non è un problema che ci riguarda”, dice con chiaro riferimento ad alcuni volti noti che lasciano la Rai, da Fabio Fazio a Lucia Annunziata. E se “la sinistra è molto nervosa è perché ha paura di perdere questo sistema di potere“, aggiunge, sottolineando che “quella della sinistra non era un’egemonia culturale ma di potere”.

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