Una chef a domicilio fa pagare 2000 dollari una pizza come antipasto. Aveva speso 1000 dollari solo per comprare gli ingredienti
La pizza da sempre è uno dei piatti da mangiare nelle serate tra amici per non spendere troppo. Ma se costasse 2000 dollari? Non è fantascienza ma è quello che hanno speso dei facoltosi clienti della chef a domicilio Brooke Baevsky. Su Instagram e TikTok, Baevsky ha mostrato la preparazione con due video distinti: la spesa e la pizza finita. I suoi follower sono da sempre abituati a vedere piatti extra lusso cucinati da Brooke (in cucine da sogno tra Malibu e Beverly Hills) ma il costo degli ingredienti e il totale, in questo caso, ha indignato il web. L’acquisto degli alimenti è stato effettuato nella catena di supermercati californiana Erewhon (famosa per la vendita di prodotti biologici ed esclusivi) per un costo di 1000 dollari. Repentini i commenti contrari al prezzo folle: “Mi chiedo davvero, come chef, che senso abbia usare quest’acqua? 60 dollari di acqua per l’impasto di una pizza vanno oltre ogni immaginazione. Anche se so che l’acqua del rubinetto a Los Angeles fa schifo, ma come fa quest’acqua così costosa a influenzare l’impasto?”. E ancora: “Preferirei spendere 2.000 euro per un volo in Italia per una pizza“. E ancora: “Sono sicuro che hai tirato fuori una pizza deliziosa/salutare, viste le richieste di quel cliente! Ma cavolo, perché chiedere una pizza da 2k… è al limite dell’immorale sapendo quante bocche si potrebbero sfamare con questi 2k… ma credo che a loro non importi, non sanno cosa significhi soffrire la fame e non poter mangiare”. Nonostante le critiche, Baevsky sostiene che la sua pizza-antipasto, accompagnata da una salsa al caviale, sia stata apprezzata dai commensali e riguardo i commenti ricevuti, in un’intervista a Insider, risponde: “Amo postare video in cui mostro ricette cheap, per rivolgermi anche alle famiglie meno abbienti. Oltre a cucinare per oltre 40 celebrità, infatti, tengo corsi di cucina per bambini e famiglie con budget limitato. Sono cresciuta nella periferia di Springfield, in Massachusset, una delle zone con il più alto tasso di indigenza alimentare del Paese, (superiore al 25%)”.