Sul Fatto Quotidiano in edicola abbiamo pubblicato per la prima volta le foto scattate, anche dal cielo, dalle forze di Polizia per la Procura di Firenze dopo la strage di via dei Georgofili della notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, e quelle ralizzate dopo la bomba di Milano in via Palestro e dopo gli attentati di Roma sempre nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993. Adesso pubblichiamo sul sito una fotogallery esclusiva interamente dedicata alla strage di Firenze. Nei prossimi giorni faremo lo stesso con gli scatti della altre tragedie. Non c’è modo migliore di celebrare il trentennale. Solo le immagini possono trasmettere il senso e l’importanza di quelle stragi. Circolano poche immagini del 1993, a differenza del 1992. E non è un caso. Le stragi del 1993 non si accomodano nella narrazione rassicurante dei mafiosi cattivi che uccidono i magistrati buoni ma poi alla fine ‘arrivano i nostri’ e il bene prevale. Ci sono decine di film fiction e documentari con protagonisti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma la memoria visiva su quel che è successo nel 1993 latita.

Le immagini degli attentati romani ai danni delle basiliche o di Maurizio Costanzo e delle stragi del nord fanno pensare più alla sovversione politica che alla banale vendetta mafiosa. Infatti da decenni i pm di Firenze cercano i possibili moventi e mandanti ‘esterni’ a Cosa Nostra di queste stragi. Per questo ha senso pubblicare, come faremo a partire da oggi, le più significative tra le centinaia di foto scattate allora da Polizia e Carabinieri. Quelle che mostrano un buco tra i tetti rossi di Firenze degno di un bombardamento o la torre dei Pulci sventrata con le frecce della Scientifica a indicare il cumulo di macerie dove sono stati trovati i corpi senza vita dell’intera famiglia Nencioni. La bomba esplose alla 1 e 04 e solo alle 4 e 30 un vigile del fuoco portò via in un fagotto il corpicino senza vita di Caterina Nencioni, 50 giorni, battezzata pochi giorni prima. Poi furono estratti la sorellina di 8 anni Nadia, il papà Fabrizio e la mamma Angela, custode dell’Accademia dei Georgofili e assegnataria dell’alloggio venuto giù per 15 metri con i suoi quattro occupanti. La finestra annerita del palazzo di fronte dove dormiva lo studente Dario Capolicchio avvolto nelle fiamme come una torcia umana. Queste foto sono la migliore risposta chi chiede se abbia senso continuare a indagare dopo 30 anni su quelle stragi.

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Per le stragi di mafia ancora oggi paghiamo un prezzo. Ma i mafiosi ricevettero il conto più alto

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