Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Lavoro & Precari - 28 Maggio 2023
Roma, migliaia in piazza con ‘Ci vuole un reddito’: “Da Meloni guerra ai poveri. Pd, M5s, Sinistra con noi? Ora i fatti, si oppongano in Aula”
Migliaia di persone, 15mila secondo gli organizzatori, hanno manifestato a Roma insieme alla rete di associazioni, sindacati, centri sociali e percettori di rdc, riuniti nella campagna ‘Ci vuole un reddito‘, contro il decreto Lavoro del governo Meloni e contro un esecutivo che ha “allargato le maglie della precarietà, aumentando la possibilità di fare contratti a tempo determinato e di utilizzare i voucher”. Al contrario, la richiesta è quella di un ampliamento del provvedimento smantellato dell’esecutivo e l’approvazione di un salario minimo.
“Meloni la smetta di accanirsi contro i più poveri, la sua è una guerra contro di loro. La vergogna non è vivere da poveri, ma chi ci rende tali sfruttandoci”, hanno rivendicato in corteo. In piazza oltre 140 tra associazioni, movimenti e organizzazioni sociali, da Nonna Roma alle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap), passando per Nidil Cgil, Cobas, studenti e studentesse della Sapienza, Black Lives Matter e non solo, che si sono scagliate contro le destre al governo che “vogliono soltanto costringere ad accettare lavori da sfruttamento e a più bassi salari”.
In corteo anche gli studenti che nell’ultimo periodo hanno manifestato contro il caro affitti: “Siamo qui perché diritto alla casa e diritto al reddito sono temi interconnessi”. E ancora: “Siamo le donne e gli uomini che ogni giorno portano avanti il Paese lavorando nei bar e nei ristoranti, nei magazzini e nelle fabbriche, in cambio di paghe da fame e nessun diritto. Siamo le persone che questo governo fa sentire in colpa perché non sono riuscite a trovare lavoro. Siamo quelli che non sanno come fare a pagare l’affitto o gli studi con un’inflazione che cresce e sussidi che si azzerano. Abbiamo risposto all’indegno attacco del governo e la nostra mobilitazione non si ferma qui”, è stato l’appello delle associazioni che hanno sfilato per le strade della Capitale:
In piazza insieme al corteo di ‘Ci vuole un reddito’ c’erano esponenti di M5s, Partito democratico e Verdi-Sinistra: “Si può ripartire da qui, dalla difesa del lavoro, importante che lo si faccia contro un governo che manderà per strada migliaia di persone considerata ‘occupabili’, ma che lo saranno solo per ‘astratto'”, ha rivendicato il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Mentre il capogruppo M5s alla Camera, Francesco Silvestri, ha aggiunto: “Siamo qui come saremo in tante altre piazze, insieme, o a quelle singole di partito (come quella lanciata da Conte per il 17 giugno, ndr). Sui temi noi siamo pronti a dialogare e discutere”. Per il Pd presenta una delegazione con la coordinatrice della segreteria nazionale, Marta Bonafoni, Cecilia D’Elia, Susanna Camusso e il responsabile Welfare del partito, Marco Furfaro: “Innegabile che sul tema del lavoro il Pd abbia fatto degli errori in passato”, ha sottolineato, ricordando la stagione del Jobs Act renziana. “Ma oggi siamo qui per costruire insieme un’alternativa a questo esecutivo, il nostro è un nuovo corso, non tradiremo questa fiducia”. Dalla rete di ‘Ci vuole un reddito’ c’è chi auspica però ora di “vedere i fatti“: “Siamo contenti che siano qui gran parte delle opposizioni (tranne Azione-Italia Viva, ndr), ma ora facciano opposizione in Aula per tentare di fermare il Decreto Lavoro“, spiega Alberto Campailla, di Nonna Roma. Altri avvertono: “Ci aspettiamo che le opposizioni si leghino ai banchi: noi faremo opposizione al governo in piazza, ma la faremo anche a chi non la farà in Parlamento”.