La deputata Lia Quartapelle, vicepresidente Pd in commissione Esteri di Montecitorio, denuncia che “l’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca“. “Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta“, scrive Quartapelle su Twitter, postando una foto della telecamera. In serata, tramite fonti che parlando all’Adnkronos, l’ambasciata replica parlando di “bugie”. Facendo una verifica su Google Maps, si può notare che la stessa telecamera panoramica montata su un palo in legno che ricorda la forma di una forca sia lì da almeno 10 anni. La prima foto di Google Street View è del giugno 2008 e la telecamera non appare. A partire da novembre 2011 invece è sempre presente, montata sempre sullo stesso palo: inizialmente il sostegno è verniciato di verde, poi con il passare degli anni (foto del 2014 e del 2018) si scolorisce. Ma è certo che quella telecamera e quel palo non sono stati installati dall’ambasciata iraniani negli ultimi giorni o settimane. Sono lì da almeno un decennio. Non ci può essere quindi una connessione con le manifestazioni contro il regime autoritario e l’attuale repressione di Teheran.
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Quartapelle su Twitter ha chiesto un intervento dell’Italia: “Il governo non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili”, si legge nel tweet della deputata. Che peraltro è stato rilanciato da altri esponenti del Pd e non solo. “Subito convocare l’ambasciatore. Intollerabile oltraggio. Manifestare. Questo orrore non è sopportabile”, ha commentato il senatore dem Filippo Sensi. In serata è arrivata la replica: “L’ambasciata iraniana a Roma, come ogni altra sede diplomatica, è dotata di telecamere a circuito chiuso. Attualmente, tutti i negozi, gli ospedali e persino le case private dispongono di telecamere a circuito chiuso per mantenere la loro sicurezza. Spero che non venga mai prestata attenzione a queste bugie“, hanno spiegato fonti all’Adnkronos.
L’ambasciata iraniana a Roma ha montato una telecamera sopra una forca. Si tratta di una chiara intimidazione contro chi manifesta fuori dalla ambasciata. Il governo italiano non tolleri questo sfregio e si faccia sentire con parole inequivocabili. pic.twitter.com/4IhNFaz7r5
— Lia Quartapelle (@LiaQuartapelle) May 28, 2023
Le reazioni alla denuncia di Quartapelle
Dopo la denuncia di Quartapelle riguardo alla telecamere, bene in vista in via Nomentana 361, sono arrivate le reazioni di altri esponenti politici, attivisti e associazioni. “Un gesto intimidatorio e inaccettabile, uno sfregio nei confronti di chi manifesta in favore dei diritti umani”, ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Questa installazione, che ho visto personalmente, affaccia su via Nomentana, di fronte al luogo dove in questi mesi hanno manifestato iraniani e iraniane della diaspora chiedendo la fine della repressione“, ha aggiunto Noury. “Il messaggio è doppio: di intimidazione, perché con quella telecamera si riprendono i volti di chi manifesta; e di sfregio, perché viene ostentato provocatoriamente uno dei principali strumenti di repressione. Dal gennaio 2022 in Iran sono stati impiccati quasi 900 prigionieri, sette dei quali per aver preso parte alle recenti manifestazioni”.
“Questo regime di criminali vuole sfidare il mondo intero“, ha affermato all’Adnkronos Taher Djafarizad, dissidente iraniano presidente dell’associazione Neda day, con sede a Pordenone. “In Iran viene impiccato in media un giovane ogni sei ore, l’Occidente deve fare qualcosa”, ha sottolineato il dissidente, secondo cui Teheran “viola l’abc dei diritti umani“. “Se fossi stato a Roma l’avrei spaccata, la democrazia ha un significato e deve essere rispettata”, ha aggiunto. La repressione ai danni dei giovani e delle donne in Iran continua da quando, ormai a settembre scorse, cominciarono le proteste in tutto il Paese per chiedere più diritti e libertà dopo la morte della giovane Masha Amini. Il 24 maggio si è tenuta una manifestazione proprio di fronte all’Ambasciata della repubblica islamica dell’Iran a Roma, per dire basta alla violenza, ai soprusi e alle decapitazioni per mano del regime autoritario.
A queste voci si sono raggiunte altre richieste di politici rivolte alla Farnesina, affinché ci sia un intervento. “L’Italia è stato il Paese dove già nel 1786 fu abolita la pena di morte in Toscana grazie a Leopoldo di Lorena. E ancora oggi l’Italia considera la pena di morte un abominio. L’ambasciata iraniana a Roma eviti l’infamia di agganciare una telecamera di controllo (o meglio di intimidazione) ad una forca“, ha scritto su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “La Farnesina convochi subito l’ambasciatore del regime islamofascista di Teheran perché venga subito tolta. Comunque se i gerarchi di quel regime pensano così di fare paura a qualcuno si sbagliano di grosso”, ha concluso Fratoianni, membro della commissione esteri di Montecitorio.