Un bambino di 8 anni, affetto dal disturbo da deficit di attenzione iperattività di tipo combinato sarebbe stato escluso da un gruppo scout di Roma nel quartiere Prati perché ritenuto troppo difficile da gestire. La denuncia arriva dalla madre in una lettera pubblicata sul Gazzettino. La donna scrive che quanto accaduto a suo figlio “non si deve ripetere. Nessuno ha la minima idea di ciò che possono aver scatenato in noi genitori quando, con le lacrime agli occhi, ci ha sussurrato all’orecchio: ‘A me non mi vuole nessuno'”. La parrocchia del gruppo scout è quella del Sacro Cuore di Cristo Re.
Nella lettera la madre del bimbo racconta la vicenda. “Mio figlio era entusiasta di frequentare il gruppo di bambini, con infinita gioia mia e di suo papà. Alla prima riunione, unitamente al versamento della quota annuale, io e mio marito abbiamo fornito ai responsabili del gruppo le certificazioni che attestano le difficoltà di nostro figlio”. La prima estate tutto è, quindi, filato liscio. “Per lui è stata un’esperienza unica. Tra le figure di riferimento, mio figlio si sentiva in perfetta sintonia con un’assistente dolce e paziente”. L’organico poi è cambiato e sono, a detta della donna, iniziati i problemi. “Sono stata subissata di lamentele a causa del disturbo che mio figlio arrecava con la sua irrequietezza, nonché il modo di esprimersi a detta loro ‘poco consonò”.
Due settimane fa la madre ha ricevuto una comunicazione del capogruppo. “Mi hanno detto che il bambino non avrebbe fatto più parte dei lupetti in quanto non erano in grado di contenerlo, né si sentivano di seguirlo ancora. È stato un colpo basso. Abbiamo letto nello sguardo di nostro figlio la delusione e il grande dispiacere“, aggiunge la donna.