A far trapelare l'indiscrezione è il sito Dagospia, che rileva come il giornalista ed editorialista del Corriere della Sera abbia il "contratto in scadenza, in attesa di incontri definitivi"
Dopo Fabio Fazio e Lucia Annunziata, anche Massimo Gramellini sarebbe pronto a lasciare la Rai. A far trapelare l’indiscrezione è il sito Dagospia, secondo cui il giornalista ed editorialista del Corriere della Sera “potrebbe aggiungersi alle uscite dalla terza rete di Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Fonti di primo piano ipotizzano il suo sbarco su La7 – si legge ancora sul sito diretto da Roberto D’Agostino -, contatti facilitati dalla vicinanza del giornalista a Urbano Cairo che è anche editore di Rcs, gruppo in cui Gramellini lavora come editorialista del Corriere della Sera. Sul tavolo delle trattative un programma simile destinato al sabato sera di La7″. A supporto di ciò, Dagospia rileva come Gramellini abbia chiuso l’ultima puntata stagionale del suo programma Le Parole (in onda tutti i sabati sera in prima serata su Rai 3) con un monologo che aveva tutta l’aria di essere un discorso d’addio, considerando che ha il “contratto in scadenza, in attesa di incontri definitivi”.
Il giornalista è partito infatti proprio dalla parola ‘Pubblico’ per ringraziare i telespettatori e la Rai: “La mia parola è Pubblico: il pubblico, la nostra comunità. In sette anni siete diventati tanti e mai come quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale – ha esordito Gramellini -. Me ne accorgo quando per strada incontro qualcuno di voi: questo programma lo sentite come una piccola parte della vostra vita e, credetemi, per noi che lo facciamo non potrebbe esistere complimento più bello”. “Ma Pubblico – ha aggiunto – significa anche Servizio pubblico e, dunque, consentitemi di ringraziare la tanto bistrattata Rai perché, al di là e al di sopra dei giochi e degli appetiti di potere, dei quali è oggetto dal giorno ormai lontano della sua nascita, questa azienda è piena di lavoratori, tecnici e dirigenti straordinari. E noi abbiamo avuto la fortuna di lavorare con molti di loro. Un grande dirigente Rai del passato una volta mi disse che il servizio pubblico non consiste nell’avere tutti i racconti della realtà dentro lo stesso programma, ma nella possibilità di scegliere tra più programmi che raccontino la realtà in modo diverso”.
E ancora: “Ogni spettatore, pagando il canone, finanzia non solo la propria libertà di scelta, ma anche quella degli altri. Paga l’edicola in cui poi ciascuno va a leggersi il giornale che vuole. Noi ambiamo a essere uno di quei giornali. Le Parole non sono un’arena dove ci si scontra all’ultimo sangue. Assomigliamo di più a un gruppo di amici – conclude – che si ritrovano il sabato sera per raccontarsi la settimana, scambiarsi delle opinioni, farsi quattro risate e, se capita, un pianto. Prima di farne uno anche adesso, salutiamoci con un sorriso. Buonasera”, ha concluso.