Una paga inferiore ai sei euro l’ora. Il mondo degli investigatori privati nasconde contratti di assunzione che possono fruttare, per i meno qualificati, poco più di mille euro al mese, per un orario di lavoro che può arrivare a 46 ore settimanali. Ma non finisce qui: spesso gli investigatori privi di licenza vengono fatti lavorare a partita Iva, nonostante un decreto ministeriale del 2010 lo impedisca. “Così si lavora a cottimo e il coltello dalla parte del manico ce l’hanno sempre certe aziende”, racconta Paolo (il nome è di fantasia) al fattoquotidiano.it. Ad assumere con contratto di lavoro subordinato sono aziende come le compagnie di assicurazioni, che richiedono agli investigatori i compiti più disparati.

Il contratto di lavoro – Le condizioni di lavoro sono messe nero su bianco. Per questa categoria gli aggiornamenti del Contratto collettivo nazionale arrivano puntuali ogni triennio, ma la situazione non migliora. Per gli investigatori meno qualificati la retribuzione è di 1.081 euro al mese, cioè 5,4 euro lordi l’ora per chi lavora 46 ore la settimana. L’ultima rivalutazione, nel 2022, ha aumentato lo stipendio di pochi centesimi: prima era di 1.067 euro mensili, ovvero 5,3 euro all’ora. Per fare cosa? “Per le assicurazioni ci occupiamo di diversi aspetti, dalla ricostruzione di sinistri a indagini più complicate su casi di truffa”, spiega Paolo. Salendo tra i livelli di inquadramento, lo stipendio può arrivare nel migliore dei casi a 9,4 euro lordi l’ora, ma succede di rado. Retribuzioni molto simili a quelle del Contratto nazionale dei servizi fiduciari e di sicurezza, che prevede un salario minimo di cinque euro l’ora e che la Cassazione ha dichiarato incostituzionale.

Chi firma gli accordi – Il Ccnl è stato siglato da Federpol (Federazione italiana degli istituti privati per le investigazioni) e dal sindacato Fesica-Confsal (Federazione italiana Sindacati Industria Commercio Artigianato). Rispetto agli accordi firmati dai sindacati confederali, questo contratto è più vantaggioso per le aziende e viene quindi quasi sempre preferito. Fesica-Confsal non è nuova a questo tipo di accordi. Già nel 2020 Giulio Centamore, ricercatore del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Bologna, metteva in guardia sui contratti “messi in piedi in una serie di sistemi negoziali paralleli”, come si legge nello studio “Contrattazione collettiva e pluralità di categorie”. “In alcuni casi, le circostanze nelle quali si è pervenuti alla stipulazione dei contratti collettivi sono tali da far dubitare della genuinità dell’azione negoziale”, prosegue la ricerca. Proprio su Fesica-Confsal, Centamore scriveva che “alla prova di un’indagine giudiziale più approfondita è emersa l’inconsistenza dei sindacati dei lavoratori con i quali un’accreditata associazione datoriale aveva stipulato un contratto collettivo nazionale”. Insomma, per Paolo si tratta di un “sindacato padronale”.

Partite Iva – Non tutti gli investigatori privati, però, sono assunti come dipendenti. “Purtroppo anch’io dal 2010 al 2015 ho lavorato a partita Iva, anche se per chi non ha la licenza non è consentito dalla legge quadro”, ricorda Paolo. Nel 2010, infatti, un decreto ministeriale ha stabilito che per le investigazioni private le attività possono essere svolte anche “a mezzo di collaboratori propri segnalati ai sensi dell’articolo 259 del Regolamento d’esecuzione Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza”. Tradotto: le aziende, come le compagnie assicurative, possono tenere a partita Iva gli investigatori privati a patto che siano dotati di licenza. Quelli privi di licenza, invece, devono essere assunti per poter essere inseriti in un elenco da consegnare alle autorità. Se così non è, infatti, gli investigatori senza licenza che lavorano a partita Iva non sono rintracciabili dalle autorità, perché non figurano né nelle licenze, né negli elenchi degli assunti. Da quando la legge è entrata in vigore nel 2010, però, Paolo racconta che “davvero poche aziende l’hanno seguita. Molti lavorano ancora con la partita Iva, pur non potendolo fare”. Inoltre, chi viene pagato a partita Iva deve lavorare di più per guadagnare quanto i colleghi assunti. “In media gli incarichi vengono pagati tra settanta e ottanta euro”, e ogni incarico richiede un paio di giorni di lavoro. Il conto è presto fatto: lavorando otto ore al giorno per due giorni viene fuori una paga inferiore ai 5,4 euro minimi previsti dal Ccnl, senza contare le spese da sostenere per gli spostamenti.

Il “merito” – All’interno dei contratti, inoltre, una parte consistente dello stipendio viene spesso legata a meccanismi di premialità e produttività. “Una percentuale significativa dello stipendio è quindi al di fuori di ogni tutela, perché se non lavori a sufficienza, ad esempio in caso di malattia, non raggiungi il premio”. Da una busta paga analizzata dal fatto.it emerge un esempio chiaro: un investigatore privato di quarto livello prende al mese la retribuzione minima di 1.185 euro, più circa 700 come premio. Quasi il 40% dello stipendio, quindi, è in questo caso legato alla produttività. Per Paolo, spesso, anche la modalità con cui le società investigative acquisiscono come clienti le compagnie di assicurazioni lasciano a desiderare. “Nel mio caso si era venuta a creare una situazione paradossale, quasi alla Fantozzi”, spiega. “Venivano assunti i figli dei liquidatori come investigatori privati, per ingraziarsi le compagnie assicurative”, ricorda, creando così un doppio legame tra le aziende a spese della trasparenza. “Un cortocircuito assoluto”.

Riceviamo e pubblichiamo:

Ci corre l’obbligo di alcune precisazioni, ognuno saprà valutarle. Il Ccnl per i dipendenti degli Istituti investigativi privati e delle Agenzie di sicurezza sussidiaria, Federpol e Fesica Confsal, disciplina i rapporti di lavoro subordinati per chi svolge attività d’investigazione, controllo, portierato e sicurezza complementare non armata. Non è rivolto quindi alle agenzie assicurative, citate invece nell’articolo di Giorgio Colombo dal titolo “Il mondo degli investigatori privati tra paghe da fame e partite Iva illegali”, le quali applicano Ccnl specifici. Il Ccnl Federpol–Fesica Confsal suddivide i lavoratori in sette livelli in funzione a professionalità, esperienza e mansioni. Il 7° livello, citato dall’articolo, viene applicato a chi non ha alcuna conoscenza pratica e svolge attività base; un addetto alle investigazioni ad es. parte da un 4° livello con condizioni economiche molto più vantaggiose. Dopo 1 anno il 7° livello diventerà comunque 6° senza cambio mansione e la retribuzione salirà da 1081 a 1161€ al mese. Il Ccnl prevede anche un elemento aggiuntivo della retribuzione (EGR), che equivale a 50 € mensili (0,30 l’ora), che si aggiunge allo stipendio. Sull’orario, il normale da Ccnl è di 40 ore a settimana; solo nei casi previsti dalla Legge 66/03, ad es. per mansioni di attesa e custodia con lunghe pause inoperose, si può superare il limite che, nel settore, numeri alla mano, non rappresenta casi significativi: le 40 ore sono l’ordinarietà. Nell’applicazione del Ccnl i dipendenti hanno tutte le tutele previste da legge e un trattamento economico adeguato e superiore al citato Ccnl dei servizi fiduciari, siglato da altre OO.SS. Se “gli investigatori vengono fatti lavorare a partita iva” non si può certo additare alla Fesica Confsal, la quale esiste per impedire anche precarietà: il Ccnl “attaccato” contrasta proprio rapporti di lavoro senza tutele. Non conosciamo lo studio di G. Centamore ed i “sistemi negoziali paralleli”, ma ci riserviamo di adire le vie legali poichè sostiene la tesi di un’indagine giudiziale a nostro carico, inesistente. Sull’aggettivo “padronale” alla Fesica Confsal ricordiamo che oltre le OO.SS ideologizzate questa è presente nel privato, democraticamente da oltre 20 anni in tutta Italia, con sedi e segretari in ogni provincia, RsaRsu, enti bilaterali e cafpatronato. La Federazione, maggiormente rappresentativa, o comparativamente maggiormente rappresentativa se guardiamo alla Confederazione, è nei comitati consultivi di Inail ed Inps, le proprie conciliazioni sono riconosciute dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, viene audita nelle commissioni parlamentari e sigla numerosi Ccnl, come da banca dati CNEL. Lì ha 2 membri come 3° forza sindacale. Fesica Confsal e Federpol non possono essere ritenuti responsabili dell’applicazione parziale o scorretta del contratto.

Fesica Confsal

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