Tra le varie notizie che appaiono sui media, ritengo importante ed esemplare quella che riguarda la cessione di Ita-Alitalia alla tedesca Lufthansa. La triste fine della compagnia di bandiera è stata narrata dai media come un grande successo economico del nostro Paese, nascondendo le vere cause di questa perdita che riguarda l’intera nazione.

Questa vendita si inquadra in un processo di dissoluzione della nostra economia che da 30 anni è perseguita dai nostri governanti, non si sa a quale fine, tra i quali pare più accreditabile quello, appena mormorato, di assicurarsi un posto nei salotti buoni dell’Europa.

Svendere l’economia pubblica è un danno immane per la vita del nostro Stato-Comunità; infatti, da che mondo è mondo, i Paesi si sono retti, come già annotava il giureconsulto Gaio nel II secolo dopo Cristo, sulla divisione tra beni fuori commercio in proprietà pubblica del popolo e beni in commercio in proprietà privata dei singoli.

La politica di privatizzazioni voluta e sostenuta dai governi succedutisi all’assassinio di Moro e, di recente, da Draghi e Meloni, rende impossibile il funzionamento dell’economia nazionale, la quale necessariamente (come sottolineò l’imperatore Federico II creando il demanio nel 1231) si fonda su due gambe: quella pubblica e quella privata, come del resto sancisce il disatteso articolo 41 della nostra Costituzione, secondo il quale: “l’attività economica pubblica e privata” devono essere entrambe “indirizzate e coordinate a fini sociali”.

L’errata conduzione economica di alcuni nostri manager ha portato all’indebitamento di certe aziende pubbliche demaniali, facendo dimenticare che altre aziende ben condotte, come l’Eni, l’Enel, l’Ina e in gran parte l’Iri, avevano dato un sostegno essenziale al miracolo economico italiano degli anni ’60. Alcune altre aziende pubbliche invece, come per l’appunto Alitalia, sono state condotte con metodi antieconomici, assumendo più personale del necessario e pagando le materie prime tre volte il prezzo di mercato.

L’attuale governo, anziché consegnare in mani sicure questa importante fonte di produzione di ricchezza nazionale, ha ritenuto di disfarsene nonostante i danni enormi e incalcolabili che ciò comporta. Ricordo soltanto che nel 2021 l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni esclamò con forza che: “…al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penseremo noi quando saremo al governo”. E ora che è al governo abbiamo visto cosa ha fatto.

Voglio terminare questo intervento rendendo onore ai nostri piloti, alle nostre hostess e ai nostri steward che, con il loro lavoro assiduo e impeccabile, avevano portato Alitalia ad essere la compagnia aerea più precisa del mondo.

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