Politica

Sicilia, il centrodestra prende (quasi) tutto: trionfo a Catania al primo turno. Il Pd spera in Trapani ma è fuori anche dai ballottaggi

Un risultato annunciato, con qualche piccola eccezione. Il centrodestra incassa la vittoria quasi ovunque in Sicilia, il centrosinistra non raggiunge il secondo turno neanche lì dove scatta il ballottaggio. Mentre vince contro tutti Cateno De Luca, che incassa a Taormina la sua quarta sindacatura. L’armata di centrodestra riconquista Catania. Ai piedi dell’Etna la premier Meloni aveva puntato tutto e proprio qui incassa il jackpot: una vittoria al primo turno con percentuali che superano il 60 per cento (quando la legge regionale prevede la vittoria al primo turno già col 40 per cento). La presidente del consiglio aveva messo le varie anime del centrodestra in riga, puntando tutto sul suo candidato Enrico Trantino. E senza eccezioni il centrodestra, nonostante le divisioni interne che avevano tardato la scelta del candidato, è andato al voto compatto. Vince il figlio di Enzo Trantino, avvocato di Marcello Dell’Utri, ex assessore della giunta uscente di Salvo Pogliese, che conquista la vittoria al primo turno con una percentuale di sicuro molto alta (la prima proiezione alle 18 lo danno al 66,6%). Una forbice così ampia da far scattare i festeggiamenti prima ancora del risultato finale. Così, alle 17.30 è già l’ora del trionfo nel comitato elettorale di Trantino a Catania. All’Nh Hotel di Piazza Trenta il neosindaco arriva in gran trionfo, abbraccia i familiari e gli amici ma resta cauto: “Con il presidente Meloni non ho parlato, lo farò a sera tardi quando ci saranno dati ufficiali e consolidati. Registro però che il centrodestra ha dato una bella prova in tutto il territorio nazionale, e se non sbaglio abbiamo perso soltanto Vicenza per una manciata di voti. Questo significa che, alla prova dei fatti, il governo Meloni regge benissimo. Anzi è stato premiato dagli italiani e deve continuare su questa strada”. In Piazza Trenta in serata arriva anche l’ex M5s Giancarlo Cancelleri, ma l’abbraccio più sentito del neosindaco è con Ruggero Razza, l’ex assessore alla Salute, delfino del ministro Nello Musumeci, noto per l’inchiesta sui dati covid falsati, per cui è a processo. Razza e Trantino sono colleghi nello stesso studio legale e grandi amici.

Siracusa, fuori dal ballottaggio il centrosinistra. Unica incertezza, in uno scenario che si è consolidato così come previsto prima del voto, è a Siracusa dove il risultato del 40 per cento non viene raggiunto da nessun candidato. Si andrà al ballottaggio, dunque. Una partita che si giocherà tutta tra centro e destra: passano il primo turno il forzista Ferdinando Messina (unico candidato sindaco di Fi in Sicilia) e Francesco Italia, sindaco uscente, tra i fondatori di Azione, il partito di Carlo Calenda, in Sicilia (nelle liste di Italia anche un candidato di Casapound). Resta fuori la candidata del centrosinistra, Renata Giunta, sostenuta da sinistra, Pd e M5s.

Centrodestra diviso, a Ragusa vince il candidato di Cuffaro. Il centrodestra non vince neanche a Ragusa, dove la spunta al primo turno il sindaco uscente Peppe Cassì. Cinque anni fa Cassì era sostenuto da tutto il centrodestra, questa volta Fratelli d’Italia e Fi avevano puntato – dopo malumori interni – su un altro candidato, e a sostenere Cassì era rimasto soltanto Totò Cuffaro.

Risultato in bilico a Trapani. Potrebbe essere Trapani l’unico capoluogo siciliano in cui il centrodestra non ce la fa. Il risultato è però ancora sul filo di lana. L’ultima proiezione vede Giacomo Tranchida, sindaco uscente, vittorioso al primo turno con il 40 per cento. Mentre il candidato del centrodestra, il meloniano Maurizio Miceli, resterebbe solo al 37,5 per cento. Tranchida, uomo del Pd, non aveva simboli, contava invece su una lista che fa capo a Mimmo Turano, assessore regionale in quota Lega. La vittoria al primo turno di Tranchida potrebbe provocare scossoni nella giunta di Renato Schifani: da tempo gli alleati chiedono la testa di Tranchida per lo strappo su Trapani. Turano però è approdato alla Lega solo da settembre scorso, vantando, invece, una lunga permanenza nelle file dell’Udc.

Cateno De Luca è di nuovo sindaco. Dopo aver lasciato la guida di Messina per potersi candidare alla presidenza della Regione, De Luca aveva puntato alla sua quarta sindacatura, puntando tutto su Taormina. Dopo essere stato primo cittadino a Fiumedinisi (suo paese natale), Santa Teresa di Riva (tutti comuni del Messinese, vicinissimi alla perla dello Jonio) e Messina, conquista pure la guida della località turistica più nota dell’Isola. L’unico comune in cui non vince il centrodestra che andava con l’uscente Mario Bolognari, storico esponente del Pd. De Luca, di fatto, correva in piena solitudine contro tutti gli schieramenti, o quasi: a suo sostegno anche l’ex parlamentare leghista Carmelo Lo Monte.

Paceco, unica vittoria a Cinquestelle. Nel paesino del Trapanese vince l’unico candidato pentastellato. Aldo Grammatico è il nuovo primo cittadino di Paceco: “Aspettiamo di capire quali sono i dati delle liste, intanto ci congratuliamo con Grammatico che conquista la vittoria”, commenta Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5s. Non ce la fa invece Giorgio Pasqua, ex deputato regionale del M5s che correva per la guida di Priolo: resta dietro Pippo Gianni che torna sindaco nonostante un processo a suo carico per tentata concussione, un’accusa per la quale era stato arrestato lo scorso ottobre. Gianni è accusato di avere esercitato pressioni nei confronti di due aziende del petrolchimico per ottenere assunzioni. Il processo a suo carico è iniziato a maggio.