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Vicenza, il “moderato” Possamai (Pd) strappa la città alla destra all’ultimo voto: ora in Veneto il centrosinistra governa quattro capoluoghi

Fino all’ultimo voto Giacomo Possamai, 33enne capogruppo del Pd al Consiglio regionale del Veneto, difende il vantaggio costruito al primo turno delle elezioni comunali di Vicenza. Il margine di un migliaio di voti ottenuto il 14 maggio si è assottigliato fino a dimezzarsi. Alla fine sono cinquecento – tondi tondi – i voti di differenza che gli hanno consegnato un’insperata, inattesa vittoria sulla coalizione di centrodestra, che le aveva provate tutte per confermare sindaco l’avvocato Francesco Rucco. La città del Palladio è l’unico comune in cui il centrosinistra vince ai ballottaggi, mettendo a segno un colpo di tutto rispetto in un Veneto che è sempre più terra di conquista di Lega e Fratelli d’Italia. Possamai replica così il successo che un anno fa, a Verona, aveva premiato contro ogni previsione Damiano Tommasi, ex calciatore presentatosi con una coalizione civica. In quell’occasione Tommasi aveva approfittato del centrodestra diviso tra leghisti e meloniani da una parte, seguaci di Flavio Tosi (entrato in Forza Italia) dall’altra. Se si aggiunge che al primo turno, nel 2022, è stato riconfermato anche il sindaco di Padova Sergio Giordani, ne consegue che i tre capoluoghi di provincia più industrializzati del Veneto (insieme a Rovigo) sono tutti a guida centrosinistra, in controtendenza con l’andamento nazionale.

Possamai ha vinto con 23.416 voti, pari al 50,54%. Rucco ha fermato la sua rincorsa a 22.916 voti, pari al 49,46%. Un’inezia su un totale di oltre 46mila votanti, equivalenti al 52,78% del corpo elettorale. Al primo turno il candidato dem aveva il 46,23%, il suo avversario il 44,06%. Il nuovo sindaco è riuscito a prevalere scolorendo sempre di più la propria proposta amministrativa, visto che nella coalizione già “vantava” la presenza di Matteo Tosetto di Forza Italia – che era stato nientemeno che vicesindaco del suo avversario Rucco – e ha imbarcato fin dall’inizio anche Azione e Italia viva. Al ballottaggio, poi, ha stretto accordi anche con l’ex assessore Lucio Zoppello (1.181 voti, 2,49 per cento) e con l’avvocato pentastellato Edoardo Bortolotto (802 voti, 1.69 per cento): entrambi parteciperanno all’attività della maggioranza non come assessori, ma presiedendo due cabine di regia, una sul progetto Tav di attraversamento ferroviario della città, l’altra sulle problematiche ambientaliste di Vicenza, una delle città più inquinate della Pianura padana. In campagna elettorale Possamai non ha voluto la visita dei big di centrosinistra. Alle primarie dem si era schierato con Stefano Bonaccini. Subito dopo la vittoria di Elly Schlein, i Fratelli d’Italia gli avevano rinfacciato: “Ha perso ancora, Possamai…”. Eppure il neo-sindaco si è rifatto in poche settimane, andando in controtendenza rispetto alla linea più radicale della segretaria e valorizzando un’identificazione “civica”.

A Vicenza dunque si replica la vittoria nel 2008 di Achille Variati (poi sottosegretario dem), che sconfisse per 527 voti l’esponente di Forza Italia Lia Sartori. È la dimostrazione di come, nell’ex “sacrestia d’Italia”, il centrosinistra vinca usando toni moderati. La sorpresa comunque c’è tutta. “Il sentimento popolare dei cittadini è sempre sorprendente. Vicenza ha dimostrato di voler cambiare linea”, dice Variati, che ha benedetto la candidatura Possamai. “Una vittoria che va al di là di ogni aspettativa“, festeggia il neo-primo cittadino: “Eravamo dietro, abbiamo recuperato in modo incredibile. Mentre Rucco portava a Vicenza una sfilata di ministri, che raccontavano quello che fa il governo, noi ci siamo impegnati a spiegare le proposte per la città. È questo che volevano i vicentini”. Se ne può trare un insegnamento per la linea nazionale del Pd? “Faccio fatica a trarre indicazioni generali da elezioni territoriali, eppure credo che la vittoria dimostri come si può stare assieme anche con storie diverse, per riuscire a governare”, risponde. Mentre Rucco incassa la sconfitta: “Forse nei cinque anni da sindaco ho pensato più a lavorare che a raccontare tutto quello che abbiamo fatto. La squadra di Possamai, poi, ha speso tanto, da un punto di vista economico e per le forze che ha messo in campo”.