Politica

Meloni e il pizzo di Stato: a destra c’è una chiara volontà di neoliberismo sfrenato

di Alessio Andreoli

Fino a qualche tempo fa ero concorde con chi accusava il governo e i suoi sostenitori di alimentare ad arte tutte le polemiche di cui è oramai satura la cronaca giornaliera, per allontanare l’attenzione dai problemi veri del paese e dalla presunta incapacità del governo di saperli affrontare. Problemi come ad esempio l’immigrazione o la capacità di rendere operativi i progetti di spesa del Pnrr, o affrontare la siccità incombente o l’asfissia di cui soffrono la sanità pubblica e la scuola; adesso l’emergenza in Romagna e non ultimo, forse il più importante, il “nostro” impegno sul fronte della guerra in Ucraina.

Le parole della presidente del consiglio Giorgia Meloni a Catania, dove ha definito le tasse ai piccoli commercianti come un “pizzo di Stato”, a mio parere fugano ogni dubbio sul fatto che dietro tutte le affermazioni o strampalate dichiarazioni non c’è una strategia volta a mascherare l’incapacità. Non c’è nessuna incapacità: al contrario, da parte della destra c’è la chiara volontà e purtroppo la capacità di portare questo paese verso un neoliberismo sfrenato. Nel neoliberismo le imprese statali vengono privatizzate, vi è una totale deregolamentazione dei mercati finanziari e una indiscriminata riduzione delle tasse. La privatizzazione delle aziende statali sta portando a enormi diseguaglianze sia nella scuola che nella sanità: evidente che solo i ricchi possano istruirsi o curarsi adeguatamente già adesso.

La deregolamentazione dei mercati finanziari ha portato alle numerose bolle speculative degli ultimi anni, penalizzando i più poveri e il ceto medio a favore di una stretta cerchia di ricchi. Infine l’azzeramento del cosiddetto “pizzo di stato”, senza entrare nel merito della perlomeno incauta e infelice definizione di imposte che tutti per equità dovremmo pagare, non è che un ingiusto e indiscriminato azzeramento/riduzione delle entrate dello stato per tutti i servizi che dovrebbe fornire ai cittadini, quindi un’ulteriore discriminazione che favorisce sempre e comunque i ricchi del paese, favorisce chi ha conoscenze, parenti e amicizie tra i politici o tra i potenti.

Vorrei tanto che il folto popolo degli astenuti e delusi ripensasse e rivedesse la propria posizione, perché se è vero che l’attuale opposizione fa e ha fatto tantissimi errori (a mio parere, primo fra tutti, le alleanze con partiti del centrodestra), è altrettanto vero che non ha mai fatto, che io ricordi, dichiarazioni, leggi o decreti così scandalosamente pregni di iniquità, disuguaglianza e discriminazione.

Non so se questo governo resterà in carica fino a fine mandato – temo di sì perché la torta da spartire con il Pnrr è succosa e come diceva Andreotti il potere logora chi non ce l’ha – ma se accadrà prima di risollevarci dai danni fatti allo stato sociale, all’economia e alla giustizia dovranno passare anni. Auguriamoci che la lezione serva agli aventi diritto al voto, ma soprattutto sia di lezione agli attuali partiti di opposizione.

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