Dopo la Grande Bellezza della festa dello scudetto, la Grande ca… duta.

Non mi ci volevo proprio buttare in questa polemica. Ma visto che io e tutti quelli che abitano nella zona Chiaia/Monte di Dio siamo stati blindati a casa nostra parlo a nome della comunità, solidale e compatta.

Non si era mai visto prima che la piazza più bella di Napoli fosse stata data per cinque giorni, cioè per cinque concerti, a un cantante. Già dalle sei del pomeriggio nel quadrilatero compreso tra Piazza Municipio e Santa Lucia fino al lungomare c’era una cerniera impenetrabile di posti di blocco. Antonella Stefanucci, strepitosa attrice, alle sei del pomeriggio cercava di rientrare a casa, ma è stata invitata a scendere dal taxi. Alle 7 scatta il “coprifuoco”, neanche a piedi potevamo raggiungere le nostre case.
A mezzanotte e dintorni a fine concerto sono stata fermata da un posto di blocco in via Solitaria: ”Scusi, lei dove va?”. Ritorno a casa.

Stranieri chiusi nei vari Bnb in zona a chiedersi: “Ma chi è ‘sto Gigi D’Alessio?”. Già, sono andata a googlarlo, avrà pure venduto qualche milionata di dischi, ma al reuccio di un genere pop/melodico/trash hanno regalato la piazza per il suo concerto privato, ossia per i paganti 40 euro a biglietto, i più economici. Volevano dare un seguito alla festa dello scudetto, spontanea, coinvolgente. Invece il concerto di D’Alessio è stato solo sguaiataggine. Una Piedigrotta senza fuochi d’artificio. Due petardi li hanno sparati a fine concerto ma hanno avuto lo stesso fragore di un tric trac. Ma funzionano per la diretta su Rai Uno.

Volevano la festa popolare, allora mettetemi quattro maxischermi agli angoli della piazza, fate partecipare la gente che sarebbe arrivata a ondate. Invece mezza città blindata per il narcisismo canterino di uno solo.

Ma chi ’sto Gigi D’Alessio? E il mantra/tormentone rimbalza sui social. Insieme a quello del sindaco Manfredi preoccupato per la deriva del distrutturismo: “I cittadini vanno tutelati. Troppo turismo fa male alla città”. E anche troppo dello straripante Gigi D’Alessio fa male a Napoli. E’ un dovere delle istituzioni illuminate non legittimare la sgraziataggine.

Mai nulla di simile si era visto, neanche per i potenti della Terra del G8, né per Bono, la rock star ospite di un live show al Teatro San Carlo. Quello sì che è stato un evento storico, altro che ‘ma chi è ’sto Gigi D’Alessio’. Ho ancora negli occhi la Visione della Grande Lirica che il regio Teatro San Carlo portò in piazza Plebiscito. Avevano posizionato otto mega schermi a ogni angolo della piazza, avevano transennato solo la platea. Chiunque poteva ascoltare il bel canto dei più famosi tenori al mondo. Fu una genialata del sovrintendente Lissner e del Direttore Generale Emmanuela Spedaliere.

Dalla terrazza del penalista Domenico Ciruzzi spalancata su Piazza Plebiscito rimaniamo basiti. Altro che il bello della diretta, se non ci fossero state l’illuminazione da effetti speciali, la magnificenza della facciata di Palazzo Reale e il colonnato della Basilica, detta il mini Vaticano, sarebbe stato un concerto da sagra paesana del carciofo.
Meno male che sale sul palco Biagio Antonacci e la standing ovation è tutta per lui.

P.S. Siccome una fetta della città era off limits, non poteva arrivare il camion raccolta immondizia. Gigi, ci pensi tu visto che hai ancora due date di strimpellamenti sotto le nostre case?

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