Che fosse una festa di compleanno oppure no, cosa abbiano fatto prima di salire sulla barca ribaltata dalla forza del vento e perché non sarà oggetto di indagine. Né al momento sono state disposte le autopsie delle quattro vittime dell’inabbissamento della house-boat sul lago Maggiore. L’ispezione cadaverica da parte del medico legale ha confermato l’assenza di segni di violenza e l’ipotesi dell’annegamento. La procura di Busto Arsizio si concentra solo sull’incidente e il fascicolo per naufragio colposo e omicidio colposo non è più contro ignoti. Claudio Carminati, il 53enne proprietario della barca turistica, è stato iscritto nel registro degli indagati. Carminati, skipper dell’imbarcazione e compagno di Anya Bozhkova, morta nel ribaltamento della barca, dovrà dimostrare di aver rispettato tutte le norme di navigazione, tenuto conto di eventuali allerta meteo e che la sicurezza dei passeggeri a bordo fosse garantita.
Quei passeggeri sopravvissuti che sono stati tutti ascoltati dai carabinieri e che dopo aver testimoniato la violenza del temporale, il ribaltamento della barca e le modalità di salvataggio – chi a nuoto, chi soccorso da altre barche – sono velocemente rientrati a casa: i 13 israeliani erano attesi da un aereo che li ha riportati a Tel Aviv. Un jet privato utilizzato per voli sensibili ufficiali come dicono all’Ansa fonti israeliane. Comunque gli 007 stranieri non saranno risentiti dall’autorità giudiziaria, mentre potrebbero essere riascoltati gli otto agenti italiani.
Le indagini sono comunque solo all’inizio. La procura, guidata da Carlo Nocerino, è in attesa delle informative dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri di Gallarate e della Capitaneria di porto che ognuno per competenza stanno formando il fascicolo di indagine. Al vaglio degli inquirenti ci sono i documenti di immatricolazione della barca, tra cui il pescaggio dello scafo, la portabilità massima (15 persone), eventuali lavori di ampliamento o ammodernamento e tutte le caratteristiche tecnico-legali utili a comprendere se fosse o meno tutto in ordine. Non solo, saranno anche vagliate le comunicazioni di allerta meteo divulgate nelle ore precedenti la tempesta che ha travolto l’imbarcazione e le decisioni prese dallo skipper.
La prima ricostruzione degli eventi ha portato a ipotizzare che le due donne Tiziana Barnobi e Anya Bozhkova, siano rimaste intrappolate cercando rifugio nella stiva. Mentre Claudio Alonzi e Shimoni Erez, ex appartenente alle forze di sicurezza israeliane ed ex Mossad, non sarebbero riusciti a nuotare dopo essere caduti o essersi gettati nelle acque del lago. Da Tel Aviv è arrivato la conferma che Erez “era stato nel Mossad”, mentre in precedenza era stato pubblicato solo che egli era “un pensionato delle forze di sicurezza”. Ma il nome dell’uomo, come riferiscono i media israeliano, non è stato diffuso perché vietato dalla censura. Per gli israeliani la sua identità resta quindi segreta. Mentr ei nomi delle vittime italiane sono state diffuse dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Le operazioni di recupero del relitto, inabissatosi a 16 metri di profondità, al momento non sono andate a buon fine. L’esame di quest’ultimo sarà fondamentale per la direzione delle indagini. Lunedì, dopo essersi incagliata, l’imbarcazione è rimasta bloccata mentre martedì, dopo un nuovo tentativo, è risprofondata di qualche metro. Mercoledì qualora il terzo tentativo da parte degli specialisti dei Vigili del Fuoco dovesse risultare vano, verrà valutato l’utilizzo di una particolare gru.