Il “rinascimento saudita” gronda sangue. Sotto la guida del principe Mohammed bin Salman il numero di esecuzioni nel Paese è raddoppiato. Come segnala sul suo blog Pagine esteri il giornalista Michele Giorgio le condanne a morte eseguite quest’anno sono state già più di 40. Le ultime due vittime sono due cittadini del Bahrain accusati di aver pianificato atti di “terrorismo”. Secondo le autorità saudite, Jaafar Sultan e Sadeq Thamer erano presunti membri di una cellula terroristica. Amnesty International ha però riferito che Sultan e Thamer erano stati arrestati nel 2015 e condannati nel 2021. Avevano poi detto ai giudici di essere stati torturati e che le loro confessioni sono state estorte con la forza.

La scorsa settimana Riad ha pronunciato la condanna a morte per altri tre cittadini sauditi. Pare inoltre imminente l’esecuzione di tre membri della tribù Howeitat nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, accusati di aver resistito allo sgombero per far posto al progetto dell’avveniristica “città nel deserto” Neom, fortemente voluto da Mohammed bin Salman. Il principe saudita, a capo del governo dal settembre 2022, è ritenuto dalla Cia il responsabile dell’assassinio del giornalista dissidente saudita Jamal Ahmad Khashoggi, ucciso e poi fatto a pezzi nell’ambasciata di Istanbul dell’Arabia Saudita nel 2018. Dal 2015 sono state eseguite più di mille condanne a morte. Solo questo mese sono stati uccisi nove condannati.

Nel gennaio 2021 il leader di Italia Viva Matteo Renzi, durante un incontro pubblico con bin Salman svoltosi a Riad, definì l’Arabia Saudita il luogo in cui c’erano i presupposti per un “neo rinascimento”. Le esportazioni italiane verso il paese mediorientale hanno raggiunto nel 2022 il valore di 4,1 miliardi di euro, in crescita sull’anno prima. A inizio maggio il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha affermato che “I rapporti tra Italia e Arabia Saudita si stanno progressivamente estendendo e rafforzando a tutti i livelli, economici e commerciali”. Barbara Beltrame Giacomello, una dei 13 vicepresidente di Confindustria ha commentato “L’Arabia Saudita è un mercato che in questo momento non dobbiamo perdere: noi dobbiamo assolutamente dare le nostre competenze, il nostro know how. I rapporti con l’Arabia Saudita sono ottimi”.

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