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Sconfitta alle Comunali per Pd e M5s, Boccia: “Schlein? Alleanze decise da altri”. Conte frena sul campo largo: “Non bastano palchi insieme”

Il giorno dopo la sconfitta senza appello alle elezioni Comunali, in casa Pd e M5s è il tempo delle auto-analisi collettive. Perché ci si era preparati al peggio, ma il flop è stato praticamente ovunque e senza particolari punti di ripartenza. La segretaria dem Elly Schlein, dopo aver convocato una segreteria d’urgenza subito dopo il risultato, oggi ha deciso di rinviare la missione prevista a Bruxelles e ha spostato l’incontro online. Intanto Giuseppe Conte ha convocato una conferenza stampa alla Camera per parlare di mutui e caro affitti. Ma ha anche risposto alle domande sulle Comunali e, in particolare, ha replicato alla leader dem che ha già provato ad aprire la discussione sulle alleanze dicendo che “da soli non si vince”: “Siamo disposti a dialogare col Pd, con Schlein, su temi e progetti, misurandoci su delle risposte concrete ai bisogni delle comunità territoriali e nazionali, senza compromettere o annacquare le nostre battaglie. Sono convinto che la Meloni non si batte con i campi larghi ma con una idea diversa di Paese“. Una risposta che, nonostante le sfumature, rivela una chiusura: “Non si vince perché ci si ritrova per qualche ora sul palco. La destra è collaudata nel creare un cartello elettorale, molto più sperimentata in questo nell’elaborare una proposta coesa. L’unica reale possibilità per il Movimento 5 stelle, che non ha performance importanti a livello elettorale, è costruire un progetto politico”. E ha annunciato: “Oggi è una svolta, dopo tanta laboriosa attività interna, partono 84 gruppi territoriali”. Intanto stasera sono stati convocati i gruppi parlamentari M5s per una assemblea, nel corso della quale si parlerà anche delle elezioni.

La sconfitta vista dai 5 stelle e il radicamento che non c’è – I 5 stelle escono dalle Comunali in grossa difficoltà e con un allarme immenso per quello che riguarda la presenza sui territori che sembra essere svanita nel nulla. Le cose non vanno meglio per quanto riguarda i rapporti con il Pd. Per tutta la durata della campagna elettorale, mai i due leader si sono trovati insieme sullo stesso palco. Una distanza che spiega bene le difficoltà di dialogo tra Conte e Schlein in questa fase. E la scarsa convinzione nel sostenere l’asse giallorosso ovunque si sia presentato ha fatto il resto. Ora Conte sembra confermare che non intende avvicinarsi alla segretaria dem, ma vuole lavorare per irrobustire e far rinascere il progetto del Movimento. “Mi sembra evidente il risultato, in un contesto di scarsa partecipazione democratica, si conferma anche a livello territoriale l’onda restauratrice e reazionaria delle destre, che sono brave a compattarsi per le competizioni elettorali e poi riprendono le loro costanti liti”, ha detto il leader M5s. Quindi Conte ha rilanciato la manifestazione del 17 giugno. “E’ una grande occasione per dare voce e volto al disagio sociale”, ha detto, “i protagonisti veri sarà chi non riesce a pagare il mutuo, ad arrivare a fine mese, ad avere un lavoro stabile. Tutte cose rispetto a cui il governo si mostra insensibile. Sono benvenute tutte le forze politiche, sociali, civiche, noi siamo i promotori ma protagonista è chi vive il disagio sociale ed economico”. Sul dialogo con i dem rimane molto oscuro cosa ha in mente davvero Conte. “Non si vince perché ci si ritrova per qualche ora sul palco”, ha detto. “L’unica reale possibilità per quel riguarda il M5s, che storicamente non ha performance apprezzabili sui territori, è costruire questo progetto dei gruppi territoriali, migliaia di amici e amiche coinvolti e invitati a lavorare sui territori. La seconda fase è costruire un confronto con le altre forze politiche, anche il Pd, ho sempre auspicato il dialogo, che non può significare un incontro di vertice. L’offerta politica va costruita con progettualità, e occorre del tempo per spiegarla”. Il radicamento sul territorio, secondo Conte, è l’unica chiave. Peccato che sia stato annunciato da mesi e che solo ora veda la luce in un clima di grande scetticismo interno.

La sconfitta per il Pd – Clima pesantissimo anche in casa dem. Per Schlein la sconfitta è su tutta la linea. L’unico sindaco di peso che vince è a Vicenza, dove però il candidato ha voluto fare a tutti i costi una campagna locale e ha volutamente tenuto lontana la leader Schlein. Un segnale non di poco conto. La neo segretaria dem aveva sperato, per un attimo, di riuscire a strappare almeno una ex roccaforte in Toscana o reggere l’urto ad Ancona, ma in entrambi i casi il risultato è stato peggio delle aspettative. Per i suoi le attenuanti ci sono. “Sforziamoci di fare un’analisi onesta”, ha detto il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “la Schlein si è insediata il 12 marzo, tutte le alleanze erano chiuse così come le liste. Le amministrative sono amministrative dipendono dai candidati, dalle alleanze, dalla capacità dei candidati sindaci che ringrazio. Le alleanze sono state fatte dal gruppo dirigente precedente. Ricordo che l’anno scorso nel giugno del 2022 abbiamo vinto quasi ovunque e poi abbiamo perso le politiche. Le elezioni amministrative scontano più fattori. Ieri la Schlein si è assunta la responsabilità”. Intanto regna il silenzio a livello di vertici del partito. A parlare è stata la portavoce dell’ex segretario Enrico Letta, Monica Nardi, che su Twitter ha scritto: “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito: 5-0 nel 2021 e vittoria ‘a valanga’ (cit. Rep) a giugno 2022. Poco dopo ha perso (male) le politiche. Ma non ha cercato alibi e non ha mai sparato contro nessuno del Pd”. Ma mentre nel Pd cercano di arginare le rese dei conti, chi scalpita è l’altro ex alleato Azione, con Carlo Calenda in testa. Che già rivendicano un posto nell’alleanza e mettono veti ai 5 stelle: “Quando si vanno a fare accozzaglie col Movimento 5 Stelle, no a tutto, la gente non ti vota”, ha detto.