Sono 19 i punti della costa romagnola in cui l’acqua del mare non risulta balneabile, su un totale di 98 zone analizzate. E’ quello che emerge dalla rilevazione effettuata ieri dall’Arpae, I punti, spiega una nota della Regione, sono interessati “più di altri dagli effetti dell’alluvione che ha coinvolto diversi corsi d’acqua con afflusso a mare”. In particolare nel Ravennate, nel Cesenate e nel Ferrarese. Al riguardo “verranno emanate dai sindaci ordinanze di non balneabilità fino al rientro al di sotto delle soglie previste”. Verranno ripetute analisi, già da oggi, fino a quando i parametri non risulteranno conformi.

Nel dettaglio nei 19 punti i parametri risultati non conformi riguardano l’escherichia coli nelle acque prospicienti Marina Romea, Casalborsetti Nord, Casalborsetti Sud, Casalborsetti Camping, Marina Romea nel tratto di 100 metri dalla foce Lamone Nord. Marina Romea nel tratto di 100 metri dalla foce Lamone Sud; Bassona-Nord foce Bevano: tutti tratti di mare vicino alle foci dei fiumi Canale destra Reno, Lamone, Bevano.

I parametri, ancora, risultano non conformi per enterococchi a Marina di Ravenna, Marina di Ravenna Sud, Lido Adriano, nel tratto a 200 metri a sud del confine del poligono di tiro Foce Reno, nel tratto a 1,4 chilometri a sud della Foce dei Fiumi Uniti, Cervia Milano Marittima nel tratto di 100 metri a nord del porto canale di Cervia e Cervia nel tratto di 50 metri a sud del porto canale di Cervia, sempre nel Ravennate, San Mauro Mare Sud, San Mauro Mare Nord e Savignano a Mare in provincia di Forlì-Cesena e due tratti nel comune di Goro e i punti A e B dello Scanno di Goro nel Ferarrese.

Ad ogni modo, viene evidenziato, in 79 punti sulla costa le analisi delle acque dell’Adriatico “consentono di confermare la partenza della stagione balneare per il prossimo 2 giugno, come programmato” mentre le situazioni di difficoltà “come accaduto in occasioni passate legate al maltempo, sono probabilmente destinate a rientrare già nei prossimi giorni”. Come detto, “per esse verranno emanate dai sindaci ordinanze di non balneabilità fino al rientro al di sotto delle soglie previste”.

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