Fabio Fazio e Lucia Annunziata? Sono convinto che la Rai come azienda abbia avuto una perdita editoriale, perché sono due professionisti molto validi. Ma io non sopporto nessuno dei due“. Sono le parole di Michele Santoro che, a Dimartedì (La), si esprime sulla decisione dei due colleghi, soffermandosi su un lungo flashback risalente all’editto bulgaro di Silvio Berlusconi.

“Innanzitutto – spiega Santoro – le narrazioni di Fazio e di Annunziata sono sempre un po’ farlocche. Fazio ha detto che è stato 40 anni ininterrotti in Rai e giustamente Daniele Luttazzi ha ricordato che non è vero, perché lui lasciò l’azienda per andare a lavorare a La7, che all’epoca era proprietà di Telecom. Non fece nemmeno una puntata, quella esperienza si concluse e andò via con una paccata di miliardi”.

Il giornalista spiega poi che Roberto Colaninno, patron di La7 e di Telecom Italia, nonostante i propositi iniziali, abbandonò l’idea di costruire una tv antiberlusconiana. E sottolinea: “Fazio uscì da questa avventura devastato, anche se era molto più ricco di prima. Ma il vero problema è: come è rientrato in Rai nel 2003? Io non rientrai in Rai, lui sì. Non ci è rientrato per i buoni uffici del suo agente (Beppe Caschetto, agente anche di Giovanni Floris, ndr) ma perché la politica ha voluto che lui tornasse“.

Santoro si sofferma poi su Lucia Annunziata, rendendosi protagonista di un botta e risposta con Giovanni Floris che bolla il tutto come ‘gossip’: “Questo non è affatto gossip, perché nel momento in cui Annunziata lascia la Rai dicendo che non sei d’accordo col governo, uno deve anche ricordare che lei è stata presidente di garanzia della Rai quando a governare c’era Berlusconi. Per 24 ore è stato presidente di garanzia Paolo Mieli, il quale disse che avrebbe accettato l’incarico solo se avesse potuto far tornare a lavorare in Rai Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e me. Dopo 24 ore Paolo Mieli si dimise e gli subentrò Lucia Annunziata”.

“Ma che cambia? – incalza Floris – Perché questa acrimonia?”.
“C’era l’editto bulgaro – replica Santoro – Non c’entra affatto l’acrimonia. C’entra il fatto che questi due colleghi sono stati il perno intorno al quale è ruotata una politica culturale in Rai. Una politica fatta di esclusioni degli altri e di ammazzamento del pluralismo e della diversità. Questo pensiero diverso è fuori oggi, ma lo era anche prima, quando Annunziata e Fazio erano al centro del babà. Siamo arrivati alle esclusioni di oggi, perché abbiamo omologato la tv e il pensiero dei giorni precedenti“.

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