L‘Europa, che registra ufficialmente il primo decesso provocato dalla xilazina, meglio nota come “droga zombie”: un sedativo per animali utilizzato sempre di più per “tagliare” le dosi di eroina e di fentanil, e che nel Nord America sta già provocando tantissimi casi di morte per overdose. Secondo quanto riportato da Fanpage, sono già oltre 100.000 i morti attestati negli Usa nel 2021, mentre la prima vittima del Vecchio Continente è un 43enne inglese di Solihull: l’uomo, con un lungo passato di tossicodipendenza, è stato trovato senza vita nella sua casa nel maggio del 2022, circondato da diversi arnesi che lo avrebbero aiutato ad assumere le sostanze stupefacenti. I risultati delle analisi hanno permesso in seguito di accertare che nel suo sangue e nelle sue urine erano presenti diverse droghe, somministrate per endovena: fra queste anche la xilazina, che prima di questo caso non era ancora stata rintracciata nelle morti per overdose attestate in Europa.

La xilazina, come spiegato dal team di medici e ricercatori britannici del Centre for Pharmaceutical Medicine Research – Institute of Pharmaceutical Science del King’s College di Londra e del Dipartimento di Tossicologia presso l’Ospedale Birmingham Heartlands, è un farmaco veterinario, nello specifico un sedativo per animali, solitamente impiegato su bovini e cavalli, ma può essere utilizzato anche come emetico nei gatti e in altri mammiferi. Si tratta di una sostanza non approvata per l’uso umano, ma che tuttavia i narcotrafficanti hanno iniziato ad utilizzare per tagliare l’eroina e il fentanil, con lo scopo di aumentarne la quantità e ridurre i costi di produzione: se aggiunta al fentanil infatti, per esempio, la xilazina è in grado di prolungare la durata dell’oppioide e di estenderne la sensazione di euforia.

I ricercatori hanno anche spiegato perché viene chiamata “droga zombie“: la combinazione di xilazina con le altre sostanze infatti può provocare effetti molto gravi, visto che l’iniezione del sedativo può causare “ferite aperte come ulcere cutanee e ascessi” – spiegano sempre i medici – e con l’uso prolungato le ferite possono anche estendersi agli arti, portando alla necrosi, ovvero alla definitiva morte dei tessuti. Raccapriccianti le lacerazioni riportate da coloro che assumono xilazina, che per questo sono stati paragonati ai “non morti“. C’è da aggiungere che il farmaco salvavita che riesce ad invertire l’overdose da oppioidi (il naxolone), secondo gli esperti invece, non produrrebbe alcun risultato se impiegato contro la xilazina. Ma non finisce qui: l’assunzione della “droga zombie” può anche causare problemi cardiovascolari, renali, polmonari, epatici e molto altro.

Tutti i dettagli del case reportThe first drug-related death associated with xylazine use in the UK and Europe, che è stato condotto dai medici e dai ricercatori sulla vicenda del 43enne inglese, sono stati diffusi sulla rivista scientifica Journal of Forensic and Legal Medicine.

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