Inflazione in deciso calo nell’intera zona euro a maggio. Il tasso di incremento dei prezzi scende al 6,1% dal 7% di aprile, tornando su valori precedenti l’invasione russa dell’Ucraina. Lo rileva la prima stima di Eurostat. L’inflazione è scesa più delle attese in Germania (da 7,6% a 6,3%), Francia (da 6,9% a 6%) e Spagna (da 3,8% a 2,9%). L’Italia, pur avendo registrato una flessione (da 8,6% a 8,1% il dato armonizzato per i criteri europei) di distingue per una persistenza del carovita superiore alle previsioni. In generale l’inflazione è scesa in 18 dei 20 paesi euro. Il rallentamento dell’aumento medio dei prezzi è dipeso soprattutto dalla voce energia che segna un – 1,7%.
In base alle scorse proiezioni, “non possiamo dirci ancora soddisfatti sulle stime dell’inflazione, ma avremo nuove proiezioni nel nostro incontro del 15 giugno, e queste daranno una foto aggiornata che incorpora la stretta aggiuntiva” dell’ultima riunione: lo ha detto stamane la presidente della Bce Christine Lagarde in un discorso alle banche tedesche. Lagarde ha spiegato che sull’inflazione di fondo non ci sono prove che abbia raggiunto il picco: “Ad oggi, tutte le misurazioni monitorate dalla Bce sono ancora forti. E se rimarranno tali dipenderà soprattutto dall’equilibrio di due forze: i prezzi dell’energia e i salari”. La Bce considera ottimale un tasso di inflazione intorno al 2% e, per suo statuto, è tenuta a perseguire questo obiettivo.
Sui tassi, come un aereo, “stiamo avvicinandoci all’altezza di crociera, e questo significa che dobbiamo salire più gradualmente, utilizzando la velocità che abbiamo già costruito”, ha aggiunto Lagarde. “Dobbiamo continuare il nostro percorso di rialzi finché non siamo sufficientemente convinti che l’inflazione sia sulla strada per tornare verso il target. Allo stesso tempo, dobbiamo valutare attentamente la forza della trasmissione della nostra politica monetaria all’economia e all’inflazione”, ha detto ancora.