Nel mese appena concluso il mercato dell’auto ha fatto registrare l’ennesimo segno positivo: +23,1% con 149.411 immatricolazioni, contro le 121.349 di maggio 2022. Un risultato che segnala il cumulato dei primi cinque mesi del 2023 in crescita del 26,1%, con 702.339 nuovi veicoli rispetto ai 557.031 dello stesso periodo 2022.

Bisogna tuttavia tenere presente che tale confronto è fatto con mesi dell’anno passato in cui il mercato decresceva. E che se si prende in considerazione l’ultimo periodo prima della pandemia, ovvero quello tra gennaio e maggio 2019, all’appello manca alcora il 23% di vendite.

Comunque sia, ammettendo di proseguire con una crescita simile fino a fine anno, come calcolato dal Centro Studi Promotor “il 2023 potrebbe chiudere con 1.660.361 immatricolazioni: un livello ancora lontano da quello del 2019 (1.916.051), cioè dall’anno che ha preceduto la pandemia, ma comunque decisamente migliore di quelli degli ultimi tre anni (1.381.757 nel 2020; 1.458.032 nel 2021; 1.316.702 nel 2022)”.

Per quanto riguarda le alimentazioni, come si legge in una nota dell’associazione dei costruttori esteri che operano in Italia (UNRAE), “il motore a benzina recupera un paio di decimali e arriva al 28,6% (27,8% nel cumulato), il diesel sale di un decimale al 19,5% (19,6% nel cumulato). Il Gpl si porta all’8,4% (8,8% nei 5 mesi) e il metano si ferma allo 0,1% nel mese e nel cumulato. Le auto BEV recuperano leggermente quota rispetto al mese di aprile, fermandosi comunque al 4,1% (3,7% nei 5 mesi), le PHEV rappresentano il 4,7% delle preferenze (4,5% in gennaio-maggio). Nel complesso le auto ECV rappresentano in maggio l’8,8% del mercato. Le vetture ibride rappresentano il 34,7% delle preferenze (35,4% nel cumulato), con un 10,3% per le “full” hybrid e 24,4% per le “mild” hybrid”.

Il dato che si ripropone, dunque, è il lentissimo recepimento dell’elettrico da parte del mercato italiano, come spiega il CSP: “nel quadro che si sta delineando resta comunque del tutto insoddisfacente la quota delle immatricolazioni di auto elettriche, vetture per le quali non vengono segnalate difficoltà di fornitura. Tra l’altro, come è noto, dal 10 gennaio sono in vigore incentivi proprio per l’acquisto di questo tipo di auto, ma lo stanziamento di 190 milioni di euro per il 2023 alla data di oggi è stato utilizzato solo per il 17%“.

Una situazione che relega il nostro Paese alle ultime posizioni nel vecchio continente a livello di immatricolazioni, con altre nazioni abituate invece a incrementi a due cifre. Come sostenere allora la vendita di EV? ” Con una serie di immediate azioni correttive all’ecobonus, in linea con il principio della neutralità tecnologica, e la revisione strutturale della fiscalità sugli autoveicoli, questa lenta progressione potrebbe accelerare, riducendo la pressione economica su cittadini e imprese – che operano oltretutto ancora in un contesto di elevata inflazione – abbattendo simultaneamente le emissioni di CO2 e rinnovando il vetusto parco italiano”, propone il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino.

Il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, mette infine l’accento sulla questione infrastrutture: “il 9 giugno scadono i termini per la presentazione dei progetti per la realizzazione di colonnine di ricarica pubbliche da parte degli operatori, è un’occasione da non perdere, i tempi sono molto stretti, mancano solo 8 giorni per la presentazione dei progetti e dopo la loro approvazione e la concessione dei finanziamenti, dovranno essere realizzati nell’arco di soli 12 mesi. Ci auguriamo che tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, facciano tutto il necessario per rendere operativo questo provvedimento“.

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