Il partito di estrema destra francese guidato da Marine Le Pen, il Rassemblement National, è accusato di essere stato “una cinghia di trasmissione” del potere russo in Francia. Lo si legge nel rapporto di una commissione d’inchiesta parlamentare sulle ingerenze straniere. Il documento, di cui sono trapelati il primo giugno scorso degli stralci, sottolinea “l’allineamento” del Front National, antenato del Rassemblement National, sulla linea del “discorso russo” al momento dell’”annessione illegale” della Crimea nel 2014, qualche mese dopo l’ottenimento di un prestito da una banca ceco-russa. La Le Pen ha accusato il rapporto di “disonestà”.

Il rapporto è stato adottato con 11 voti a favore e 5 contrari. Fra questi ultimi, i voti dei deputati lepenisti, fra i quali il presidente della Commissione, Jean-Philippe Tanguy. Astenuta la France Insoumise, i radicali di estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Relatrice è la deputata di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, Constance Le Grip. Gli estratti sono stati rivelati da Mediapart nelle scorse ore e, in attesa della pubblicazione ufficiale, saranno possibili modifiche o inserimenti ulteriori da parte di altri componenti dell’organo parlamentare.

A volere la creazione di questa commissione d’inchiesta fu proprio il partito di estrema destra, ma nell’intento di sgomberare il campo dalle accuse di vicinanza alla Russia che da anni si rincorrono contro i vertici del partito. “Il partito – è il parere dell’ecologista Julien Bayou – voleva strumentalizzare questa commissione d’inchiesta. Ha fallito e adesso la manovra gli si ritorce contro”. La relatrice Le Grip si dice convinta che il legame fra la Russia e il partito di estrema destra in Francia è “radicato nel tempo” ma che “la strategia di ravvicinamento politico e ideologico” con Mosca ha cominciato a “strutturarsi ed accelerarsi” a partire dall’arrivo di Marine Le Pen alla guida del partito, nel 2011. Si parla di “frequenti contatti” fra i parlamentari FN-RN con dei responsabili russi, oltre che dell’accoglienza al Cremlino di Le Pen da parte di Vladimir Putin il 24 marzo 2017, a poche settimane dal primo turno delle presidenziali. I deputati ravvisano anche “elementi di linguaggio” sulla Crimea ripetuti da Le Pen durante la sua audizione davanti alla commissione e identici a quelli “ufficiali del regime di Putin”.

Lo stesso rapporto ravvisa tuttavia “un’attenuazione delle prese di posizione filorusse del Rassemblement National e della Le Pen” dopo l’invasione dell’Ucraina da parte russa, “condannata senza mezzi termini”. “In realtà, non c’è niente”, ha tagliato corto Marine Le Pen, denunciando “un processo politico”. Il documento, secondo la leader del RN, “assomiglia alla sua relatrice, è settario, disonesto, politicizzato”. Il presidente della commissione Tanguy ha denunciato una “pagliacciata”. La Le Pen era stata audita il 24 maggio scorso davanti alla commissione, negando sotto giuramento qualsiasi contropartita politica in cambio del prestito russo ottenuto dall’ex Front National. “Contesto formalmente – aveva detto – di aver preso una qualsiasi decisione per compiacere chicchessia”, aggiungendo poi che “il sì o no all’ottenimento di un prestito non ha cambiato di una virgola quelle che erano da sempre le nostre opinioni”.

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