In quel “suk” che ogni anno diventa il Congresso americano in questo periodo, ossia quando Repubblicani e Democratici, e relative correnti, devono mettersi d’accordo sul tetto alle spese pubbliche con il falso spauracchio di un mitologico “default statunitense”, ad essere (s)venduto questa volta è stato anche l’ambiente. Nell’accordo approvato ieri, un documento di un centinaio di pagine, ci sono anche disposizioni assai vantaggiose per il gruppo energetico statunitense Nextra Energy e per il gasdotto “Mountain Valley” che ha in costruzione. Una condotta di 487 kilometri nello stato della Virginia che, secondo i gruppi ambientalisti, emetterebbe tanta Co2 quanto 26 centrali a carbone. Trasporterà infatti gas ottenuto con il procedimento del fracking di rocce di scisto, estremamente inquinante. Per di più il gasdotto corre tra i monti Appalachi, in aree ad alto rischio di frane. Oltre al caso specifico nell’accordo sono presenti altre novità pericolose, inclusa quella secondo cui le imprese possono redigere da sole le dichiarazioni sull’impatto ambientale dei loro progetti.
Nextra Energy raccoglie però i frutti di una vigorosa azione di lobbying e mesi di donazioni alle campagne di molti deputati e senatori statunitensi di entrambi gli schieramenti. Il budget per oliare il Congresso è stato di 2 milioni di dollari solo nei primi tre mesi dell’anno, il doppio rispetto al 2022. Destinati soprattutto ad esponenti democratici visto che l’ok dei repubblicani era dato per scontato. Il senatore democratico Joe Manchin e il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer hanno ricevuto, legalmente, oltre 360mila dollari. Finanziamenti per 150mila dollari sono arrivati anche ai democratici Martin Heinrich, Jackie Rosen e alla senatrice Kyrsten Sinema che ha da poco lasciato il partito democratico e che avrebbe avuto un ruolo nella definizione delle norme pro-Nextra.
In particolare le disposizioni inserite nell’accordo sul debito tentano di bloccare la revisione giudiziaria dei permessi federali rilasciati per il progetto, fermando così i ricorsi già avviati che potrebbero rallentarlo o interromperlo, trasferendo eventuali contestazioni ad una diversa corte d’appello federale. Una serie di sentenze della Corte d’Appello del Quarto Circuito di Richmond, in Virginia, hanno infatti ritenuto che il processo con cui è stato dato via libera all’oleodotto violasse le leggi ambientali federali. Nextra Energy, comprensibilmente, plaude all’accordo. Nell’ultimo anno il gruppo, con ricavi per circa 20 miliardi di dollari e quasi 15mila dipendenti, ha visto il valore delle sue azioni calare del 12% anche a causa degli intoppi sul gasdotto. All’inizio di questo mese, Equitrans Midstream, l’altra grande azienda coinvolta nel progetto aveva avvertito gli investitori che sarebbe stato difficile completare la condotta entro fine anno. Dopo l’annuncio dell’accordo sul tetto del debito il valore delle azioni Equitrans è aumentato del 35% .
Garret Graves, senatore del partito Repubblicano, ha definito quella sul gasdotto una “grande vittoria” per il suo partito perché ha spinto i democratici a sostenere un progetto energetico legato a fonti fossili e arginato le possibilità di ingerenza dei tribunali. Questo è forse il punto più delicato, al di là del caso specifico, poiché potrà essere utilizzato per altri progetti futuri legati agli idrocarburi. “Il danno ambientale causato da questo accordo è di gran lunga maggiore di un orribile gasdotto fossile” ha scritto su Twitter il senatore democratico Jeff Merkley, esprimendo questo timore. “Fissa un precedente – lo spostamento della giurisdizione del tribunale – che non dovrebbe mai accadere e indebolirebbe drasticamente il processo di controllo ambientale”. Non è ancora detta l’ultima parola. Il senatore democratico Tim Kaine ha annunciato che intende proporre un emendamento per annullare la disposizione quando verrà discussa al Senato. In settimana sono attese diverse manifestazioni di gruppi ambientalisti.
The environmental damage this deal does is far greater than just a horrific fossil gas pipeline. It includes a precedent—moving court jurisdiction—that should never see light of day. It would dramatically weaken the environmental review process—putting the fox in the henhouse.
— Senator Jeff Merkley (@SenJeffMerkley) May 31, 2023