Quando è arrivato in ospedale, i medici hanno impiegato ore per rimuovere gli oltre 200 pungiglioni che lo sciame di api “assassine” aveva lasciato sul suo corpo. Gli insetti, appartenenti ad una specie africana ribattezzata così per la sua particolare aggressività, si erano infilati addirittura dentro al suo naso, nelle orecchie e per miracolo non sono finiti in gola. Ed è davvero un miracolo che lui stesso sia ancora vivo: Carlos Amos, 81 anni, residente in Oklahoma, è stato salvato infatti da un vicino di casa eroe che si è precipitato in suo aiuto quando lo ha visto riverso a terra, ricoperto letteralmente di api.
Secondo quanto raccontato dallo stesso anziano all’emittente televisiva locale KOCO 5 News, lui stava falciando il prato del suo giardino quando si è avvicinato troppo all’alveare che le api stavano costruendo. Gli insetti hanno iniziato così un feroce attacco nei suoi confronti e lui, nel tentativo disperato di scappare, è anche caduto e si è rotto l’anca destra. Per tre ore è rimasto in balia delle api assassine, finché – appunto – il suo vicino di casa si è accorto di cosa stava accadendo e ha chiamato i soccorsi. “Ho tirato fuori un fazzoletto, l’ho infilato in un orecchio ma le api entravano nell’altro e poi erano nel mio naso – ha raccontato il malcapitato -. Sono stato lì circa tre ore, ma si è presentato un tizio e la prima cosa che ho fatto è stata chiedergli come ti chiami ma lui ha detto: ‘Oh mio Dio, mi stanno pungendo ovunque'”.
Il medico che lo ha curato al Norman Regional Hospital ha detto di non aver mai visto nulla di simile e che è incredibile che Amos non abbia avuto una crisi respiratoria a causa del gonfiore: “Questa è la preoccupazione. Puoi avere così tanto gonfiore che le tue vie respiratorie iniziano a chiudersi e non sei in grado di respirare da solo”, ha spiegato. L’81enne si trova ancora ricoverato in una struttura riabilitativa: lui e la sua famiglia potranno tornare a casa solo quando sarà stata bonificata dai nidi di api assassine.